QUATTORDICESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO 

É VICINO!!! 

DAL VANGELO SECONDO LUCA 

In quel tempo1 il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: «Pace a questa casa!». 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: «È vicino a voi il regno di Dio». 10Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 11«Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino». 12Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.  17I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. 19Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. 20Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli»

Nel momento in cui tutto sembra non andare, nel momento in cui non si è accolti, quando Gesù chiede ai suoi di andare come agnelli in mezzo ai lupi – e tutti sappiamo cosa capita a un agnello davanti a una belva (aiuto!) -, quando le risorse personali, le scarpe, gli attrezzi  e le cose non sembrano corrispondere a quanto volevamo, bene!, proprio in quel momento il missionario diventa un annunciatore e può permettersi di dire: “è vicino il Regno di Dio”! Perchè? Perchè ha finalmente la possibilità di manifestarsi in lui e fare sperimentare che quello che appariva come la contraddizione da rifuggire attraverso le sicurezze, per cancellare l’assurdità e il non voluto della vita si è trasformato in luogo di pace perchè posto alla luce della signoria di Gesù e del Suo Vangelo. Perchè la vita ha deciso di rinascere da dentro (Regno di Dio che è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo) anzichè affidarsi alle fluttuanti variazioni della contingenza del quotidiano e degli stati umorali delle persone che apprezzano, giudicano e disprezzano; perchè non è il logaritmo che ti imprigiona ma il RITMO DEL LOGOS che ti libera, ossia del Vangelo a diventare la ragione della mia speranza; allora sì, proprio lì, abbandonata ogni difesa e scavalcata ogni trincea, posso accostarmi con fiducia a Gesù,  “al trono delle sua grazia” per dirla con la Lettera agli Ebrei e nient’altro mi potrà difendere e dare la vita.  Solo lì potrò scoprire che  Gesù aveva ragione: la mia povertà diventa il luogo della manifestazione della sua potenza, che non è un attributo mondano, ma l’alleggerimento definitivo da quei pesi opprimenti con i quali avevo deciso di difendere a oltranza e senza possibilità, la manciata di giorni disperati e vuoti che mi erano stati consegnati. Ma  non perchè essi siano tali, tutt’altro, ma io avevo deciso così! Che bello potere sperimentare: “io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi” … rallegrarsi che “i nostri nomi sono scritti in cielo”, ossia, che nessuna zolla di terra, nessun male, nessuna morte, nessuna pietra tombale sarà deposito dei nostri resti mortali, ma noi, in Dio, ritroveremo lo splendore della nostra identità e dei nostri nomi affidati all’infinito e all’Immensità nella quale siamo stati pensati. 

Ni pain, ni sac, ni argent, mais un compagnon… – SAINT-JEAN-BAPTISTE EN LA  FENÊTRE DE THEUX