SOLENNITÁ DELLA SANTISSIMA TRINITÁ

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: 12«Molte cose
ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di
portarne il peso.
13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta
la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò
che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio
e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è
mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio
e ve lo annuncerà».

Ho letto che un giorno Mons. Tonino Bello decise di scrivere una lettera alla sua Diocesi sul tema della Trinità. Però desiderava che la capissero tutti, anche la persona più semplice e meno istruita. Decise allora di farla leggere a un suo prete che lavorava con gli zingari, il quale gli disse che non si capiva niente, e che lui, quando doveva parlare della Trinità, diceva che Dio non è una somma, 1 + 1 + 1, bensì frutto di una relazione e di una reciprocità senza fine, ossia 1 x 1 x 1.

É un esempio molto bello, un modo preciso per descrivere il volto del Dio di Gesù Cristo: un essere continuo uno per l’altro e uno nell’altro per potere raggiungere tutti quanti noi.

Il Padre è Colui nel quale si trova costantemente Gesù: “io e il Padre siamo una cosa sola”, lo Spirito è il modo eterno e totale di Gesù per rimanere con noi: “Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò
che avrà udito e vi annuncerà le cose future”.

Ora, il libro della Genesi ci dice che noi siamo creati “a immagine e somiglianza di Dio”, ossia, anche noi possiamo ESSERE solo quando scopriamo la nostra chiamata alla fraternità e all’amore, al rispetto e all’azione responsabile e consapevole, all’empatia e alla considerazione del dolore dei fratelli come unico e riguardante tutti.

Capire Dio è difficile, ma capire noi stessi, a volte, ancora di più. Basta guardare il mondo.

E se questa settimana fosse il momento giusto per imparare a vivere una logica di relazione tra noi non più improntata su modalità belliche e neppure di supremazia, ma su atteggiamenti  A FAVORE, ossia PER?

Forse sarebbe il modo più bello per onorare l’odierna solennità e vivere la nostra immagine e somiglianza con Dio