DIARIO DAL CONGO 2025

DIARIO DAL CONGO 2025 

1° Giorno – 1°  giugno 2025

Il mio viaggio inizia presto, la  mia famiglia mi accompagna in auto da Castelrotto a Milano Malpensa già nel primo pomeriggio,  nonostante il volo sia alle 23, non voglio che rientrino col buio, il residuo della mia cura per loro prima di assentarmi per un lungo mese. Ormai é diventato un rito degli ultimi quattro anni, ma ogni volta sono emozionato e lacerato da questo addio, lascio mia moglie sola con il compito gravoso di accompagnare i passi dei  nostri figli da sola per un mese. Le sono grato e mi sento in colpa.

In cuore mio cerco di ragionare, approndire ciò che possiedo da dare a una parte di questo popolo, che incrocerà il mio cammino in questo soggiorno congolese: 

I bisogni, la sofferenza, le mancanze, … Come può un paese così benedetto dalla natura e da Dio, ricco, pieno di gente competente, artisti, intellettuali, persone generose e  capaci.. come spiegare il fallimento, il tradimento, la corruzione,.. sembra tutto inutile.

A cosa servirà sottrarre uno, due, tre persone al male e vedere il trionfo inesorabile del buio.

Sono immensamente piccolo, insignificante, senza mezzi… Sento il dolore di un pugile appena sconfitto con il volto tumefatto di cazzotti! KO proclama l’arbitro ed i giudici.. cuore infranto!

Io porto conoscenza, consapevolezza, aiuto… Ma non serve l’aiuto, serve rendere le persone autonome e se riusciró a farlo per una, due, tre persone, soprattutto se sono donne, a loro volta faranno lo stesso per la propria famiglia (spesso numerose).. allora benvenga il viaggio. Questa è la missione. Buttiamoci a capofitto e buon lavoro a me!. Domani si comincia. Signore tu aiutami, vento in poppa, par obiettivi e, già che ci sei, proteggimi, tienimi al sicuro.  Grazie!

  giorno    2 giugno 2025

 

Alle 7 a.m. ll mio volo arriva ad Addis Abeba, alle 10 riparto per Kinshasa dove atterro alle 12.00, il mio fratellone Valere viene a prendermi.

Mi porta a casa sua, dove avrò la base logistica in questo mese, la casa riporta ancora evidenti segni dell’alluvione che si é abbattuta su questa zona quasi due mesi fa. In molti hanno subito danni ingenti, compreso mio fratello e la sua famiglia, da cui reagiscono tutt’ora con forza e ottimismo, senza lasciarsi mai andare allo sconforto. 

Alle 19.00 andiamo in  ambasciata per rendere omaggio alla Festa della Repubblica Italiana.

3° Giorno – 3 giugno 2025

Al mattino siamo andati all’ambasciata dove mio fratello Valère doveva depositare alcune carte: la sua onlus collabora anche con quegli uffici, prestando, tra l’altro, opera di traduzione. 

Subito dopo ci siamo diretti all’Università dove esercito la mia docenza, giusto per prendere le misure, per calcolare i tempi dello spostamento da casa, per ipotizzare traffico e imprevisti vari.

Mia sorella Bénédicte mi ha portato le scarpe dell’anno scorso e domani, zaino in spalla, scarpe da ginnastica ai piedi e via, si parte. 

Mi piace che mia sorella custodisca le mie sneackers,  come se custodisse la mia anima giovane e giocosa, pronta a correre, pronta a sentire il vento sul viso, pronta a sfidare le difficoltà della vita.  Un’anima che incontra più incomprensioni che  solidarietà, che lotta anche contro se stessa, le proprie paure e debolezze, le infinite delusioni, i grandi sogni e i pochi mezzi. Ma le mie sneackers sono il talismano della gioventù e della potenza e mia sorella custodisce i miei sogni e il mio talismano. 

Ho fatto una doccia per far defluire  la stanchezza e per frenare l’adrenalina al pensiero di domani, della mia prima lezione di quest’anno accademico.  Sistemo i vestiti, le scarpe, lo zaino. 

Domani é il giorno in cui capirò perché é così potente credere in un sogno.

4° Giorno – 4 giugno 2025

L’appuntamento con l’autista che mi accompagnerà all’università in questo soggiorno congolese é alle 6.00, con l’intento di evitare di attraversare Kinshasa con un traffico infernale. Ma certe cose purtroppo non cambiano mai: l’autista arriva con nonchalance con mezz’ora di ritardo e altro se ne accumula, la partenza avviene alle 6.45 e in salita, perché la ruota anteriore destra è sgonfia e siamo obbligati a fermarci dal gommista.

E per continuare ad accumulare ritardo, dovremo dare una deviazione per lasciare a scuola la piccola Diane, adottata da mio fratello e sua moglie.

L’autista si riscatta in parte con la sua destrezza nel districarsi in mezzo al traffico.
In questi contesti bisogna mantenere nervi saldi ed esercitare una pazienza infinita, non resta che affrontare il traffico e che Dio ci assista perché possa arrivare in tempo!

Arrivati all’università cerco di capire quale sia l’aula dove terrò il mio corso: il mio assistente mi viene incontro e mi indica l’aula G12 al secondo piano. Il mio ingresso in aula viene accolto con gioia dagli studenti, che avevo già avuto l’anno scorso. Alcuni di essi sono passati a fare pratica nel campo sperimentale di vigna a Tampa.

Prof lei è tornato… Bello rivederla prof! queste le esclamazioni degli studenti , mi arrivano e mi procurano un piacere intimo.
La lezione non poteva iniziare senza porre un’importante domanda, ossia nello spazio di un anno avete fatto progressi o regressi?

È più che complicato trovare una risposta univoca.

Durante la pausa, volutamente ridotta per anticipare l’uscita, non c’è tempo per mangiare, sono assediato da due studentesse ventenni aspiranti imprenditrici, ambiziose e con idee originali di estrazione di principi attivi da alcune piante locali per la cura di alcune patologie digestive e di quelle cutanee e articolari.

Mi rendo conto poco dopo della chiamata persa da parte di mio fratello Valère, lo richiamo: mi voleva informare che il vescovo voleva incontrarci presso un centro diocesano di Kinshasa per le ore 18, ma che lui non poteva prendervi parte per un impegno altrove , ma che aveva confermato la mia disponibilità con il vescovo. Dopo lezione, quindi, raggiungo direttamente il vescovo con cui parlo a lungo di progetti, di idea autonomia, di possibilità di collaborare con la diocesi. Finito col vescovo, ci rituffiamo nel traffico di Kinshasa.