MERCOLEDÍ 11 MARZO, ORE 17,00 e ORE 18,00

Anche oggi continuiamo il catechismo, anche se in modo virtuale, ma molto reale, collegati  tra noi. Un caro saluto ai bambini di Quarta Elementare che si preparano alla prima Comunione, a quelli di Quinta che continuano il cammino e ai carissimi Cresimandi (insieme ai vostri genitori e famiglie)! Le catechiste avranno cura di raggiungervi attraverso i gruppi di Whatsapp. Non si tratta di “fare il compito”, ma di sentirci comunità che cammina insieme anche nei momenti in cui non ci possiamo incontrare. 

Io vi ricordo intanto che, tra gli impegni del digiuno e della carità, stare a casa rinunciando apparentemente a parte della nostra libertà di muoverci è un bellissimo gesto di amore, attenzione e rispetto paziente verso le altre persone. Portiamo nella preghiera questi giorni, affinché la Parola di Dio ci indichi e doni la forza di attraversarlo pieni di amore e di umanità. 

Un caro saluto, buona continuazione e a presto! 

Don Luigi e catechiste. 

MERCOLEDI 11 MARZO

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Un pensiero per la giornata … 

Come sarebbe bello pensare che la nostra ispirazione a diventare cristiani fosse una semplice pratica religiosa che si conclude in qualche gesto genericamente misterioso per tenere buono Dio. Il Vangelo, invece,  ci ricorda che essere cristiani,  significa anzitutto imparare a vivere da Gesù. A vivere la nostra vita, rimanendo quello che siamo ma trovando nel Figlio di Dio i motivi del nostro andare. Oggi Gesù ce ne dà uno molto chiaro e importante: “chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. “Non pervenuto, grazie! La schiavitù è finita e i servi al massimo … servono noi (infatti!)”. Eppure guardi Gesù e ti dici: “se c’era uno che non si asserviva a nessuno, che non si serviva di nessuno, che faceva di tutto per servire nella massima libertà, era proprio Gesù”. Perché fino alla fine,  decidendo di “dare la sua vita”, è rimasto Signore del suo desiderio. E noi lo sappiamo, nessuno può ricattare chi decide di donare qualcosa, perché non gliela può rubare. É tutto donato. E vive senza paura. Al Vangelo, insomma, non interessa che “teniamo buono Dio perché non si sa mai”, ma che rendiamo buono, migliore, il mondo nel quale viviamo. Dove c’è amore, lì c’è Dio. 

Per riflettere … 

Cosa significa, per me, dare la vita?  

Capita anche a me di essere “asservito” a qualcuno o di servirmi degli altri? 

MARTEDI 10 MARZO, ORE 17,00: CATECHISMO PER I BAMBINI DI TERZA ELEMENTARE!

Noi ci siamo e ci sentiamo in profondo contatto nonostante la situazione piuttosto strana che ci tocca vivere. Vogliamo mantenere il nostro legame in modo molto semplice: abbiamo scritto una piccola scheda –  inviata sul Gruppo di Whatsapp – da leggere per continuare il nostro cammino, che speriamo possa riprendere il più presto possibile! Un caro saluto a tutti voi e alle vostre famiglie!

Aurora, Marilisa, Elisa e Don Luigi

MARTEDI 10 MARZO

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Un pensiero per la giornata:

Ci sono dei momenti, nella nostra storia, che più di altri ci fanno riconoscere TUTTI UGUALI. Questa sensazione emerge in modo particolarmente netta in questi giorni: davanti ai numeri dei morti, alle emergenze, ai pericoli della pandemia, ai proclami allarmanti dei notiziari televisivi, sembra che anche le “guide” diventino come i “guidati”, le distanze si accorcino, e, quello che fino a poco tempo fa sembrava automatico, salti in aria con tutto il suo meccanismo apparentemente oleato e funzionante. Il Vangelo  di Gesù ce lo aveva  già suggerito molto prima dell’emergenza contemporanea: “non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli”.  Prima o poi, infatti, la vita ti mette di fronte alla realtà e ti ripete, con Gesù, che la più bella forma di verità del nostro essere uomini e donne è quella di vincere la tentazione di sederci sempre “in cattedra”  – per mostrare che gli unici vincenti siamo noi – per sederci di nuovo ai banchi della scuola della concretezza, che, continuamente scardina le certezze, ma è in grado, se si  vuole  imparare, di sorprenderci positivamente e inaugurare orizzonti inediti. Il problema non è l’umiliazione o l’esaltazione,  ma la sana armonia di una fraternità riscoperta, che parte  dall’osservazione di piccole regole che fanno bene non solo a chi le pratica, ma anche agli altri. Perchè, giustamente, siamo tutti fratelli e la casa-mondo è di tutti!

Per riflettere …

Io sono sempre “in cattedra” o so mettermi al banco di scuola? 

Cosa sto imparando di nuovo in questi giorni? 

LUNEDI 9 MARZO

 

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Un pensiero per la giornata:

In altre pagine della Bibbia, soprattutto nell’Antico Testamento, si arrivava a chiedere di essere “perfetti” come Dio. Con Gesù, come al solito, le cose si capovolgono e si definiscono ulteriormente: la perfezione non è l’irraggiungibile meta di un Sacro Intoccabile, ma il tentativo di ricondurre tutto  a un’azione fraterna che nasce a partire da un cuore attento, che vede e che sente. Perché Dio si gioca nel fratello, in colui che decido di rendere mio prossimo. Anzi, va ancora più a fondo, perché Gesù dice che il perdono, come tutte le cose che facciamo, dicono la misura con la quale doniamo e riceviamo di conseguenza. La vita è fatta delle dimensioni che noi le concediamo, della misura con la quale misuriamo. Poi, a essere sinceri ci sono tante cose che non sopportiamo e non riusciamo a perdonare agli altri, perché fanno parte, più o meno consapevolmente, del nostro modo di essere e di agire. 

Diceva saggiamente il famoso psichiatra Carl Gustav Jung: “Tutto ciò che degli altri ci irrita può portarci alla comprensione di noi stessi”. … 

Per riflettere…

Cosa mi devo perdonare? 

Con chi devo e posso esercitare maggiore misericordia? 

IL Divin Maestro … CASA NEL DESERTO

Buongiorno a tutti! 

Buongiorno a tutti i parrocchiani, gli amici, i lettori, quelli che passano qui per caso.

Stiamo  vivendo una situazione anomala: famiglie, parrocchia, amici, reti di persone … tutto sembra così strano, anche se dietro una cortina di ”apparente” normalità, che  ci fa sembrare che la vita “vada avanti normalmente”. 

Sappiamo che le cose non stanno così. 

Se ne sono dette tante. E si continua. 

Io ci ho pensato. Mi pare che in fondo, come diceva Qoelet, non ci sia mai nulla di così nuovo sotto il sole. Anche la situazione che stiamo vivendo. I problemi appartengono alla normalità della vita.

Mi piacerebbe che questo problema diventasse per noi un’opportunità… per riflettere, ridimensionarsi, sognare, fare delle cose che non avremmo mai tempo di fare, accorgersi nuovamente delle persone che vivono a “km 0” da noi.

Magari scoprendo che i fatti della vita ci riguardano sempre: tutti e contemporaneamente. 

Magari pensando al fatto che uno starnuto fatto in Cina può arrivare fino ad Alba. Già, siamo tutti collegati. 

Stare in casa ci porta inevitabilmente a restringere i nostri rapporti. A guardare negli occhi di coloro che magari, per un po’ di tempo, avevamo perso, oppure a  guardare nei nostri occhi, per scoprire cosa c’è lì dietro, per rituffarci nel nostro cuore e, in dialogo con quanto ci interpella continuamente, provare a dare delle nuove risposte e delle nuove possibilità a noi stessi. 

Non è questo il senso della Quaresima? Un deserto, che però può portare alla vita, quando decidiamo di non fare finta di nulla, ma di affrontare per quello che ci sta suggerendo. 

Da parte mia – essendo il sito della nostra Parrocchia una meravigliosa opportunità per non rimanere soli ma sempre in contatto (per chi vuole) – continuerò a vivere tutte le giornate, le attività e gli incontri, in modo nuovo: scrivendo. 

Tutto continua: in modo nuovo, ma vitale. Io ci sono. Celebrerò la Messa, senza di voi, ma con tutti voi. Pregheremo insieme. Scambieremo grandi auguri e segni di pace senza darci la mano. Faremo gli incontri di sempre e per chi vuole, come sempre, vivremo nella verità di un legame che non si spezza mai, perchè Qualcuno, al di sopra di tutti noi, lo garantisce e lo conferma. 

Guidandoci a nuove resurrezioni. 

Don Luigi

COMUNICATO VALIDO ALMENO FINO AL 3 APRILE

CONFERENZA EPISCOPALE di PIEMONTE e VALLE D’AOSTA

Comunicato dell’8 marzo 2020

Visto il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM 8 marzo 2020) in materia di prevenzione del contagio da COVID-19, condividendo il Comunicato della Conferenza Episcopale Italiana (allegato al presente Comunicato), tutta la Conferenza Episcopale Piemontese, nel segno di una comune solidarietà con chi è più provato, stabilisce quanto segue:

CONFERMA:

  • –  tutti i divieti già precedentemente espressi, ovvero sospensione di ogni attività pastorale, riunione o altro, a carattere diocesano, zonale, parrocchiale con relativa chiusura degli oratori o luoghi parrocchiali a questo destinati;
  • –  invita a lasciar aperte le chiese per la preghiera personale, mettendo a disposizione strumenti di preghiera. Si osservino le misure precauzionali già indicate.
  • DISPONE:
  • –  a partire da lunedì 9 marzo siano sospese tutte le celebrazioni delle sante Messe, festive e feriali, le altre celebrazioni liturgiche, riunioni di preghiera e pii esercizi quaresimali. I funerali potranno essere svolti in forma privata con la preghiera di commiato fatta all’aperto, in cimitero;
  • –  si sospenda la benedizione delle famiglie;
  • –  si rimanga disponibili per ascoltare le confessioni, celebrando il sacramento fuori dalconfessionale, tenendosi a debita distanza o con precauzione di idonea mascherina.I Vescovi e i Sacerdoti ricevono con l’ordinazione la grazia e la missione dell’intercessione per il proprio popolo. Sono quindi invitati a celebrare personalmente, a mettere a disposizione strumenti e momenti con i nuovi mezzi della comunicazione per pregare e meditare.

    Le comunità a noi affidate sappiano che la sospensione della preghiera comunitaria dell’Eucaristia è una grande privazione, possibile solo in un momento di grave pericolo per il bene di tutte le persone, in particolare degli anziani, mentre assicuriamo che preghiamo per loro e con loro.

    Le presenti disposizioni entrano in vigore il 9 marzo 2020 e valgono fino a quando non venga disposto diversamente.

Torino, 8 marzo 2020

XCesare Nosiglia, Presidente CEP
e tutti i Vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta

MERCOLEDÍ DELLE CENERI

Ricordando ancora  che le funzioni religiose riprenderanno regolarmente  – a meno di diverse disposizioni – DOMENICA 1 MARZO 2020 con orario regolare festivo: 9,00 – 10,30 e 18,00. 

INVITIAMO COLORO CHE HANNO SEGNATO DELLE MESSE IL GIORNO SABATO 29 FEBBRAIO ALLE ORE 18,00 A INDICARE UNA NUOVA DATA DI CELEBRAZIONE.

Domenica pomeriggio dalle 15,00 alle 17,00 ci sarà anche un ritiro spirituale in Parrocchia per prepararci bene alla Quaresima.

Sicuramente ci ricorderemo per tutta la vita questo MERCOLEDI DELLE CENERI, è così strano non potersi radunare insieme, tuttavia nel silenzio e nella ricerca di un momento per pregare e riflettere ognuno di noi avrà modo di iniziare il proprio cammino guidato dal segno principale che sta aldisopra di tutti gli altri: la PAROLA DI DIO che ci rinnova e ci vivifica in tutte le zone morte della nostra vita.

BUONA QUARESIMA!

Don Luigi 

IL VANGELO DELLA DOMENICA

ADDIRITTURA … PERFETTI! 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico”. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Che bisogno c’è di scrivere dei commenti? Il Vangelo è chiaro. Entrare nella logica del Regno di Dio, di Gesù, richiede prese di posizione per niente facili. Difficili come l’amore, l’opera più complessa del mondo. É automatico innamorarsi, ma è umano e faticoso amare … forse è per questo che Gesù definisce questo tentativo come quello di “essere perfetti come il Padre nostro celeste”, che significa che Lui con noi fa e farà così, che significa “ma quando mai ci riuscirò?    E a me cosa suggerisce l’invito al perdono, al porgere l’altra guancia, al superare l’atteggiamento dei pagani e di “quello che fanno tutti”? Cosa significa per me essere discepolo di Gesù, ossia, cristiano? 

Don Luigi

GRAZIE DI CUORE!

Un grazie di cuore a tutte le signore che si sono impegnate con tanta passione alla realizzazione di COSE BELLE, che, con la collaborazione di chi le ha comprate, ha permesso la realizzazione di COSE BUONE, anzi, MOLTO BUONE per tante altre che … ne avevano bisogno!  Proprio vero: DA COSA NASCE COSA!