FESTA DI MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

BUON ANNO! 

Dal libro dei Numeri

Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla ad Aronne e ai suoi figli dicendo: “Così benedirete gli Israeliti: direte loro:
Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”.
Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò».

All’inizio dell’anno nuovo, quando il tempo viene come messaggero di Dio, la prima parola della Bibbia è un augurio, bello come pochi: il Signore disse: Voi benedirete i vostri fratelli (Nm 6,22) Voi benedirete… è un ordine, è per tutti. In principio, per prima cosa anche tu benedirai, che lo meritino o no, buoni e meno buoni, prima di ogni altra cosa, come primo atteggiamento tu benedirai i tuoi fratelli. Dio stesso insegna le parole: Ti benedica il Signore,  scenda su di te come energia di vita e di nascite. E ti custodisca, sia con te in ogni passo che farai, in ogni strada che prenderai, sia sole e scudo. Faccia risplendere per te il suo volto. Dio ha un volto di luce, perché ha un cuore di luce.

La benedizione di Dio per l’anno che viene non è né salute, né ricchezza, né fortuna, né lunga vita ma, molto semplicemente, la luce. Luce interiore per vedere in profondità, luce ai tuoi passi per intuire la strada, luce per gustare bellezza e incontri, per non avere paura. Vera benedizione di Dio, attorno a me, sono persone dal volto e dal cuore luminosi, che emanano bontà, generosità, bellezza, pace. Il Signore ti faccia grazia: di tutti gli sbagli, di tutti gli abbandoni, di qualche viltà e di molte sciocchezze. Lui non è un dito puntato, ma una mano che rialza. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace.Rivolgere il volto a qualcuno è come dire: tu mi interessi, mi piaci, ti tengo negli occhi. Cosa ci riserverà l’anno che viene? Io non lo so, ma di una cosa sono certo: il Signore si volterà verso di me, i suoi occhi mi cercheranno. E se io cadrò e mi farò male, Dio si piegherà ancora di più su di me. Lui sarà il mio confine di cielo, curvo su di me come una madre, perché non gli deve sfuggire un solo sospiro, non deve andare perduta una sola lacrima. Qualunque cosa accada, quest’anno Dio sarà chino su di me.

E ti conceda pace: la pace, miracolo fragile, infranto mille volte, in ogni angolo della terra. Ti conceda Dio quel suo sogno, che sembra dissolversi ad ogni alba, ma di cui Lui stesso non ci concederà di stancarci. (E. Ronchi) 

GLI AUGURI DEI BAMBINI DEL GRUPPO COMPITI PARROCCHIALE

BUON NATALE!!!! 

Ieri 21 dicembre alle 17,30 si è svolta la recita dei bimbi del Cam.

Hanno partecipato tutti i bimbi, (quest’anno 26), i genitori, fratellini, sorelline e alcuni nonni. Cogliamo l’occasione per augurare a tutti un Santo Natale, che sia pieno di Pace e Serenità.

Tanti auguri da tutti i responsabili,  i responsabili volontari e tutti  i bambini. BUON NATALE!!

QUARTA DOMENICA DI AVVENTO A

CRONACHE SENZA RETORICA 

DAL VANGELO SECONDO MATTEO 

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore
e prese con sé la sua sposa.
 

Ricomincia lo sgomento di Natale.  Dovrebbe essere gioia e invece è nervosismo. 

Queste cose, sdolcinate, retoriche, musicali, intermittenti, non appartengono alla vita!” dice l’uomo disincantato e affrancato dalle questioni religiose. 

Ma neanche questo pensiero appartiene alla verità della vita, perchè non c’è niente di più realistico e antiretorico della nascita del Figlio di Dio. 

Una donna incinta prima del matrimonio non era un semplice “incidente di percorso”, ma condanna a morte: lapidazione per l’infedele gestante che, sempre da sola, era la colpevole. Va fatta fuori! Lì nasce Gesù. 

Tutt’altro che retorico, nel centro del proprio disagio e della disperazione, per Giuseppe, ridare voce alla Voce, agli angeli della Scrittura, alla giustizia del cuore e non al cuore della giustizia:  “mentre stava considerando queste cose”, ossia, la sua disgrazia, la sua donna gravida e fecondata non da lui, Giuseppe decide di amare. Lì nasce Gesù.

Quando si desta, Giuseppe “fa come gli ordina il Signore” … ; Giuseppe ri-sorge, ri-orientato nel suo dis- orientamento, da Colui che gli chiede di sperare ancora, accogliere, anche nel più buio della sua rabbia, della sua notte, del suo risentimento e della sua disperazione.  Lì nasce Gesù. 

E così il Vangelo riattiva  la possibilità dei nostri natali. Lì nasce Gesù. 

Tutto, ma non retorica. Benvenuti nella vita. 

NATALE 2022 – GRUPPO CUCITO e RICAMO

In Parrocchia, tra le tante realtà belle, ce n’è una bellissima!

Un gruppo di donne che silenziosamente e sorellosamente, con grandissima creatività e generosità, si ritrova tutte le settimane per creare quelle meravigliose opere che vendono ai Mercatini di Natale della Solidarietà.

Il ricavato delle loro “gioiose fatiche” lo devolvono INTERAMENTE per necessità varie “a km zero”, ossia di persone e realtà conosciute. Si tratta ogni anno di migliaia di euro.

Grazie di cuore per il vostro meraviglioso esempio di carità: silenziosa, generosa, creativa, senza protagonismi e piena di frutti meravigliosi. Abbiamo tutti da imparare!

E tra l’altro, mi hanno detto di RINGRAZIARE chi ha acquistato qualcosa, per il bel gesto compiuto!

Grazie per il meraviglioso coordinamento di Giovanna e Antonella.

Domando scusa per le foto “banalissime”, ma insomma, ritraggono la nostra normalità di persone che quando uniscono le forze, “senza posa ma con il cuore generoso”, sono capaci di FARE MIRACOLI!

GRAZIE A VOI! 

 

Per la dedizione, l’amicizia, la generosità e la fede nei miracoli dell’amore.

Se qualcuno vuole aggregarsi … è BENVENUTA/O.

don Luigi 

TERZA DOMENICA DI AVVENTO

LA VENDETTA DI DIO

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».

Nella prima lettura, tratta dal libro di Isaia, c’è un’espressione interessantissima: «Coraggio, non temete!  Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina.  Egli viene a salvarvi». Fantastico! Noi quando pensiamo alla vendetta ci terrorizziamo, perchè sappiamo che le risposte ai nostri errori sono sempre decuplicate in intensità negativa. Per Dio non è così: la sua unica vendetta è salvare le nostre vite. Dio non si vendica su di noi, magari sul male, sul peccato, sulla morte. A noi l’apertura di un cuore capace di accogliere e fare spazio all’annuncio della vita. Leggevo un mistico indiano che scriveva queste parole: “CONOSCERE DIO SIGNIFICA CELEBRARE IL FUNERALE DI TUTTE LE NOSTRE TRISTEZZE”. Ecco il senso del nostro credere, che non è la cancellazione dei problemi, ma la capacità di attraversarli sapendo che la meta è garantita e che possiamo farlo da “non abbandonati”. 

Per questo Giacomo nella seconda lettura ci insegna a “guardare al contadino”. “Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina”. La vicinanza è sempre realizzazione di un desiderio di reciprocità. É inutile che qualcuno mi voglia stare vicino se io non lo voglio. Non capiterà nulla. Ma “il Regno di Dio” è vicinissimo, è “dentro” di noi … e allora questo Natale potrebbe essere invito a “rientrare”, a nuovi affondi di profondità per cercare il tesoro e la perla preziosa in grado di rivoluzionare la vita. Con costanza. Senza scoraggiamenti. 

Matteo ci ricorda che: “I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo” . Chi sono questi tali? Coloro che decidono di cercare la salvezza in Gesù credendo che Lui è il Salvatore di cui c’è tanto bisogno. Sarebbe bello questa settimana provare a interrogarci: “Quali sono le mie cecità? Cosa c’è che non voglio vedere e cambiare? Cosa vuol dire riprendere dei cammini decisi anziché zoppicare senza mete e decisioni? Che cosa mi “distanzia” come un intoccabile lebbroso da certe persone, certe situazioni, certe realtà? Cosa posso fare per riavvicinarmi a esse? Forse c’è una parola detta da Gesù da riascoltare per guarire le mie sordità interiori? Il mio Natale, quest’anno, cosa vorrebbe fare risorgere nella mia vita? So ogni tanto abbandonare la presunta ricchezza della mia autoreferenzialità per fare un po’ di spazio alla ricchezza del Vangelo? 

SECONDA SETTIMANA DI AVVENTO – A

GRAZIOSA RUVIDEZZA 

 Dal Vangelo secondo Matteo

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!».
E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò
ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

Ringrazio il cielo per tutte le volte che mio papà e mia mamma mi hanno sgridato se da piccolo giocavo con il coltello, oppure mi avvicinavo al fuoco, anche per quando hanno alzato la voce e magari per quello schiaffetto partito al momento giusto e la discussione persa come monito di collegamento di azioni e conseguenze e consapevolezza che non tutto quello che si fa effettivamente fa bene. 

Sembra fuori luogo leggere il “tono” adoperato dal Battista per annunciare il Messia: scure alle radici degli alberi, ira imminente, fuoco inestinguibile. Ma che sarà? Giovanni significa GRAZIA DI DIO, ma non pare. Se questa è la grazia di Dio! In realtà la grazia di Dio non è nella veemenza delle parole di Giovanni e neanche nei rimproveri di mamma e papà, ma nel frutto che nasce quando si riprende a percorrere una buona strada. Ma siamo poi così certi che un genitore che non riprenda il proprio figlio, non lo avvisi dei pericoli che corre, non gli indichi la strada che porta alla vita magari anche con passione e livore, sia proprio un buon genitore? Grandi dubbi. Ben venga uno che sveglia dai torpori mortiferi che ci stanno portando verso il nulla e l’insignificanza. Ben venga la scure che toglie tutte quelle parti mezze morte che non fruttificano e succhiano linfe buone (Gesù non aveva detto che il vignaiolo pota la vite perché porti più frutto?). É sempre così: si toglie per avere, si rinuncia per possedere … la solita logica illogica del Vangelo che porta alla felicità perchè alla fine dice di seguire un’unica direttiva sensata: l’amore! E cosa c’è di più illogico e insensato? Nulla! 

Bene, il Regno si avvicina, è DENTRO: apriamo gli occhi, entriamo dentro di noi e riscopriamo l’arte dell’ordine. A volte la chiarezza fa immediatamente male, ma poi riapre gli spazi del futuro. E del NATALE: di Gesù e nostro.