13 APRILE, LUNEDI …

REGALI DI PASQUA

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

Un pensiero, per riflettere …

Buongiorno, buona “Pasquetta”!

Stamattina, le parole conclusive della Messa dicevano: “fa, Signore, che rispondiamo al tuo dono”. 

Pensavo ai doni. Pensavo al fatto che il dono dipende sempre dalla mia reazione e dal mio modo di viverlo e di capirlo.

Non esiste dono senza qualcuno che lo accolga e  ne faccia qualcosa. 

La Parola di oggi ci racconta reazioni diverse di fronte all’unico dono della Resurrezione di Gesù: Pietro negli Atti degli Apostoli va a predicare, tutto cambiato e trasformato rispetto al giorno della pavidità codarda nel cortile davanti alla serva; le donne corrono, non più da piangenti e scorate imbalsamatrici di un morto, ma animate da un Vivente; le guardie si fanno dare dei soldi e, come Giuda, “coprono” il fattaccio: Giuda  per trenta denari consegna un vivo, le guardie, con una buona somma di denaro rinnegano un morto-risorto (ma che sarà?): cosa non si fa per un po’ di denaro! 

Insomma, modi diversi di rispondere al Suo Dono. 

Di rispondere al Risorto. 

E allora estendo la questione a me, che da 49 anni – gli ultimi, possibilmente, in modo un po’ più consapevole – celebro la Pasqua della Resurrezione: COME RISPONDO A QUESTO DONO? COSA VUOL DIRE CHE GESÚ RISORGE PER ME? COSA SIGNIFICA COMINCIARE AD ACCOGLIERLO? COSA CAMBIA AL MIO AFFANNATO “IO”,  CHE SEMPRE SI RITORCE SE SE STESSO, PIENO DI PAURA DI ACCOGLIERE LA POSSIBILITÁ DELLA LIBERTÁ?

Cosa significa, per me, “essere liberato dalla paura di OSARE LA VITA OGNI OLTRE EVIDENZA DI MORTE, per acconsentire alle doglie del parto di un mondo nuovo che comincia sempre con un modo nuovo di stare al mondo?” (Semeraro).   

Un po’ di domande, lo so, però sono domande che mi possono aiutare a camminare, a PROGREDIRE e a TRASFORMARMI: perchè questa è la grande sfida della Resurrezione. 

Il senso del Suo dono. 

Buona giornata!