XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

CHIAMATE

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba
per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”…

Nella vita è più importante guadagnare tanti soldi o sentirsi utili a fare qualcosa per qualcuno? É meglio stare in una piazza a bighellonare dal mattino alla sera senza nessun senso, oppure ascoltare una voce che finalmente ti inviti a scoprire che qualcuno si è accorto di te, e che c’è posto, sempre, in una vigna che ti sta aspettando? Sono ormai tre domeniche che Gesù ci sta sollecitando in modo estremamente provocatorio, forse per suggerirci che a volte, per dare delle risposte significative occorre fare un salto, un gesto che faccia la differenza a partire dal desiderio di perdonare a tutti i costi “il fratello che ha qualcosa contro di me”; di provare ad amare non sette volte, ma settanta volte sette; di imparare che il guadagno più grande non consiste nel vedere la differenza tra quanto prendo io – che penso di avere lavorato dalla prima ora – e quelli che sono stati chiamati l’ultima ora, ma, come dice la colletta della Messa, di scoprire continuamente “l’impagabile onore di lavorare nella (sua) vigna fin dal mattino”. 

In questo frangente di chiamate e di piazze mi viene in mente la vicenda di Willy, il ragazzo capoverdiano ucciso a calci da quattro energumeni perché andato a difendere l’amico malcapitato. Guardi le foto, leggi delle cose, senti le storie. Mi faccio tante domande. Penso alle persone indignate soprattutto dal fatto che i quattro amici che amavano e avevano auto di lusso, facevano vacanze a cinque stelle, erano disoccupati e percepivano il reddito di cittadinanza. Cosa c’era dietro i muscoli, dietro i tatuaggi? Che chiamata avevano ricevuto? Penso a Willy che non passa indifferente accanto al male anche se in netto svantaggio di fronte alla potenza ostentata degli altri: cosa fanno un paio di occhi pieni di vita e un sorriso spontaneo e indifeso? Che voce c’era dietro le sue scelte? Chi c’era? Ognuno deve darsi delle risposte e non rimanere indifferente. Dico solo che il vuoto è terribile. Ha osservato giustamente la Furlan: “Willy è morto a causa di questo clima di incitazione all’odio e alla violenza, di questa continua sequela di provocazioni, che trovano oggi un humus fecondo nel linguaggio sguaiato e senza alcun controllo dei social network, nella disinformazione organizzata, nella cattiva ideologia di chi vuole mettere in discussione ogni forma di solidarietà, di inclusione, di equità e lotta alle diseguaglianze sociali. Lo stesso clima che si intravede quando con indifferenza e cinismo si mette in discussione il dovere universale di salvare una vita umana che lotta per non affogare nel Mar Mediterraneo”.

E allora ben venga una Parola, una Logica, una Presenza diversa come  quella di Gesù, attraverso cui posso dare alla mia umanità la possibilità di trovare un senso, una profondità e un significato che non fanno male a nessuno, anzi, che  danno la vita dando la vita. 

La cosa bella è che ricevi sempre e subito il massimo salario solo per il fatto che hai cominciato a lavorare e hai risposto all’invito. 

Questa settimana proviamo a pensare e condividere cosa significhi PENSARE CON LA LOGICA DI GESÚ  (inviare contributi di pensiero a l.lucca71@gmail.com ) .