Leggerezza…  (sempre sul Seminatore)

Leggendo e meditando il Vangelo di Domenica scorsa, nella mia vita penso di essere stato un po’ un terreno sassoso, un po’ un terreno pieno di rovi ma la grazia di Dio mi ha fatto anche essere un terreno pronto ad accogliere il seme del Seminatore. Fa pensare questo Seminatore che allarga la mano e fa cadere i semi su tutto e su tutti rispettando i tempi di ognuno…in contrapposizione a com’è l’ agricoltura oggi. Un’ agricoltura meccanizzata dove ogni singolo seme non viene “lanciato” bensì viene “studiato”, piantato in un certo modo affinchè nessun seme vada perso e si ottenga da esso la massima resa possibile.

Quotidianamente dobbiamo camminare in terreni molto sassosi e pieni di rovi ma, piccoli gesti e azioni possono farci cambiare la giornata e ci fanno rinascere in un terreno fertile se abbiamo la disponibilità di accogliere il seme che ci viene dato e farlo crescere nel terreno in cui siamo.

Descrivo piccoli episodi magari ridicoli ma che mi fanno andare avanti perché è dalle piccole e semplici cose e azioni che il mondo va avanti e porta speranza, fiducia e voglia di lottare per un mondo migliore.

Era una giornata pesante sul lavoro, molte maldicenze, ambiente difficile, arido e molta tensione. Tornando a casa, un povero mi ha chiesto qualcosa. Mi sono fermato, due parole di incoraggiamento, un sorriso, una pacca sulla spalla (nonostante dentro fossi amareggiato) e una piccola offerta. Faccio tesoro dell’ insegnamento di Padre Celestino che un giorno mi disse: “ Gira sempre con 2 € in tasca in modo che se incontri qualcuno oltre a scambiare due parole possa anche comprarsi un panino o un pezzo di pizza o bere qualcosa”.

Sempre lo stesso giorno passando vicino ad un ristorante, vidi un orologio per terra. Mi chinai e lo portai all’ interno del locale e lo lasciai al proprietario perché probabilmente era di qualche cliente che lo perse appena uscito dal locale dopo aver mangiato. Una signora che era dietro me vide tutta la scena e dall’ espressione degli occhi, capii che mi sorrideva anche dietro ad una mascherina.

Ecco, io penso che le nostre giornate dovrebbero essere così “leggere” perché è la leggerezza che fa vivere.

Un ultimo episodio. I nostri nipoti trovarono una tortora che probabilmente era caduta dal nido. Mia moglie a cui piacciono molto i volatili, ne ebbe cura. A parte il primo giorno in cui si vedeva che il pennuto aveva il cuore a mille ed era impaurito, mia moglie cercò di ricreare nella gabbia le sembianze di un nido. Quasi mi commossi a vedere con quanto amore mia moglie la teneva in grembo e la imboccava perché non era in grado di mangiare da sola. Dopo alcuni giorni una ferita alla zampetta sembrava si fosse rimarginata e da dentro la gabbia sembrava volesse provare a volare. L’ abbiamo lasciata libera e dopo alcune prove di volo, un giorno partì. Dopo alcuni giorni mia moglie sentì un verso diverso dai soliti piccioni e guardando le parve che fosse la tortora che aveva curato e che fosse quasi venuta a ringraziare con un’ altra tortora. “L’ amore libera ed è liberante per il cuore”.

Mi ripeto sempre tutti i giorni. “ Fuggi il male e fai il bene! “. Cercando di tenere un terreno fertile quando passerà il Seminatore mi aiuto anche ascoltando una canzone breve di Cristicchi che si intitola “Lo chiedermo agli alberi”. Mi piace molto ascoltarla ad occhi chiusi perché le immagini distraggono e le parole entrano più in profondità. Vorrei condividerla con tutti e alla sera quando le tensioni, le incomprensioni della giornata appena trascorsa sono messe a tacere dall’ avanzare della notte, ecco che ascoltando il proprio respiro (come diceva Don Luigi) e questa melodia mi fa ben sperare per il giorno che il Signore vorrà ancora farmi vivere. Ecco di seguito:

 

CONTRIBUTO SUL VANGELO DEL SEMINATORE 

Il Vangelo ci  parla del seminatore, di frutti della terra. Quali sono i frutti che la vita ci offre? Non dobbiamo pensare solo al cibo che la terra produce, ma al cibo di Dio. Noi siamo tutti seminatori, c’è il proverbio che dice QUELLO CHE SEMINI RACCOGLI, ed è proprio cosi, quello che seminiamo raccogliamo, dobbiamo solo chiederci se abbiamo intenzione di seminare con l’aiuto di DIO o con il proprio IO. Se decidiamo di prendere la prima strada siamo sicuri di fare sempre bene, Dio è un ottimo consigliere, vuole solo il nostro bene e quindi siamo sicuri dei frutti che raccoglieremo.

CONTRIBUTI SUL VANGELO DEL SEMINATORE

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“COMPRENDERE” la Parola di Dio per PRENDERLA CON ME, quanto mi piacerebbe essere capace di mettermi in ASCOLTO e far germogliare quel seme che il Signore ha messo dentro di noi e che troppo spesso fatica a spuntare soffocato dai rovi delle nostre esistenze e poi ci sono momenti in cui improvvisamente ci accorgiamo che i fiori germogliano tra le rocce perché quel Seminatore non semina a caso e anche tra le crepe della tua vita può nascere un fiore, e allora la speranza riprende forza.

«I semi sono invisibili. – scrive Antoine de Saint-Exupery – Dormono tutti nel segreto della terra finché ad uno di loro non piglia il ghiribizzo di svegliarsi. Allora si stiracchia e fa spuntare timidamente verso il sole uno splendido germoglio».

E allora ti senti parte del prodigio di quel seme che sotterrato nel buio, sotto un cumulo di terra riesce nonostante tutto a capire dove dirigersi e manifestarsi in tutta la sua bellezza. Se solo riuscissimo a guardare alla nostra vita come ad una continua primavera avremmo «colto che nel mondo sono all’opera forze buone che crescono e nutrono, e che c’è Qualcuno che si cura di moltiplicarle, nonostante i sassi e le spine. E quello che avviene nella terra, avviene nei cuori» (Ermes Ronchi)

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PRENDERE CON SE’

Dal Vangelo secondo Matteo

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». (…) Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e
non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Buona domenica! Com’è andata la settimana appena trascorsa? Spero bene! Spero che il Vangelo di domenica scorsa sia risuonato come fonte di ispirazione e di orientamento per i passi dei giorni che intercorrono da un Giorno del Signore all’altro. Tempo che, nella memoria della preghiera, può  trasformarsi in compagnia del Signore dei Giorni, che, nell’inno dell’Ora Media noi invochiamo dicendo: “tu segni i ritmi del mondo, i giorni, i secoli, il tempo” . Ecco qual è l’orizzonte liberante di interpretazione dei nostri cammini. Devo dire che  sono molto contento, e anche un po’ sorpreso, per i vostri interessanti interventi sulla proposta di fare diventare il sito un punto di condivisione: una canzone sugli occhi dei bambini (i piccoli del Regno), una riflessione sul farsi piccoli come Zanardi con il nipotino, un pensiero sul sentirsi accompagnati da Dio anche nella sofferenza, la proposta di una lettura, sono tutti trampolini di lancio sul nostro desiderio di “comprendere” la Parola di Dio per viverla. C’è tanto spazio. Comprendere non significa dire “ho capito tutto!”, ma “prendo con me!”. E si comprende quando si ascolta, si riascolta: come una poesia, una bella pagina, una musica che non si esauriscono mai, ma risuonano infinitamente nei cuori aperti. Gesù ripete che per comprendere occorre ASCOLTARE: ma sappiamo ancora farlo? Sappiamo farlo oltre le 1000 parole e rumori che si affollano nelle nostre vite? E dopo avere fatto tacere i rumori esterni, sappiamo anche comandare sui mille pensieri che ci sono dentro di noi? Solo se ci daremo del tempo per ripensare le sue parole scopriremo che il seme porta frutto. Oltre le mille paure che ci vogliono sequestrare da una vita vivibile e vissuta. “Cercare di comprendere” ci dice Gesù, per scoprire che il buon terreno, gravido di Parola, “dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno”. E il seme cresce SEMPRE, basta solo UN PO’ DI DISPONIBILITÁ (come la pioggia e la neve … )!

Questa settimana proviamo a pensare e condividere cosa significhi la parola COMPRENDERE LA PAROLA DI DIO nella vita di tutti i giorni (inviare contributi a l.lucca71@gmail.com ) . 

CONTRIBUTI SUL VANGELO DOMENICALE – 4 

 

Ci arriva un bel suggerimento di lettura: IN NOME DELLA MADRE.  Un testo pieno di realistica poetica. D’altronde ognuno di noi è chiamata/o a diventare madre di Gesù, a “metterlo al mondo” tutti i giorni, a ridiventare quel “piccolo” capace di fare cose nuove e grandi perchè NEL Padre.

CONTRIBUTO SUL VANGELO DOMENICALE  – 3 

Un’altra riflessione, grazie! 

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro (Mt 11.25-30):

Nel breve passo del Vangelo di Matteo di domenica, Gesù, dopo il rendimento di lode al Padre, da cui emerge ancora una volta quella stretta relazione di dolce intimità e “complicità” che li lega (la parola Padre ricorre 5 volte in questo breve passo), fa un appello ai suoi discepoli di allora, oggi un invito a noi tutti, di accogliere il Suo messaggio, fidandoci sempre di Lui, di aderire (con libertà) alla Sua proposta di vita, confidando in Lui e affidandoci completamente a Lui. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Bellissimo! Possiamo procedere tranquilli nel nostro percorso di vita, certi che c’è un Dio che pensa a noi. Com’è rassicurante! Niente paure: basta aver Fede (Fede = Abbandono fiducioso).

E’ un Dio Padre, vicino a chi è nella sofferenza fisica o dell’animo, a chi è stanco e afflitto perché magari la vita non gli sorride, un Dio che ci invita (ma con estrema libertà)  ad andare da lui per ricevere ristoro. E quel ristoro solo da Dio possiamo riceverlo, Dio che è Via Verità e Vita.

CONTRIBUTI  SUL VANGELO DOMENICALE – 2

Condivido  questa bellissima riflessione ricevuta oggi:

“…Colgo il tuo invito a scrivere qualche riflessione sul Vangelo di Domenica scorsa.

Ricorre nel tuo commento l’ essere bambini, piccoli. E’ molto bello lo spezzone di film di Benigni che hai messo sul sito e fa riflettere quanta responsabilità abbiamo noi adulti verso le nuove generazioni. Ho sentito anche nelle intenzioni dei fedeli la frase che mi ha colpito, di essere misericordiosi verso TUTTI. Noi non saremmo mai capaci ma con il Signore al nostro fianco tutto può diventare possibile. Prego perché con il raggio di sole di un nuovo giorno che arriva, io possa essere capace di portare misericordia verso chi incontro, indipendentemente da quello che potrò ricevere, dalla situazione che dovrò affrontare sapendo che il Signore  mi sorregge sempre e mi sprona ad andare avanti guardando oltre e ti chiedo perdono fin da ora per tutte le situazioni in cui non sarò stato capace di portare misericordia. Come diceva San Giovanni Paolo II: “L’ amore è disarmante”, prego di andare sempre avanti in questa direzione.

Mi veniva in mente mentre vedevo il video di Benigni, un articolo scritto da una familiare di Alex Zanardi quando ritornò a casa dopo l’ amputazione delle gambe. Quando Zanardi tornò a casa con le gambe amputate, c’ era suo nipote e si mise a giocare tutto il giorno a nascondino in casa con lui. Alex riuscì per la sua tragica condizione a nascondersi nel caminetto, riusciva a stare sdraiato su due sedie e in altre situazioni in cui adesso non ricordo ma che ad una persona normale è ovvio che non si sarebbe potuto nascondere in così poco spazio. Al termine della giornata il bambino disse alla mamma che si era divertito tantissimo con Alex e da grande avrebbe voluto fare anche lui il pilota, avere incidente, amputazione e poi giocare a nascondino. Parole molto forti e toccanti. In un’ altra intervista Zanardi disse che bisognava guardare avanti e vedere le cose che si possono fare anche senza le gambe e non stare a guardare indietro e pensare che cosa si sarebbe potuto fare e che cosa non si è fatto”.

 

CONTRIBUTI SUL VANGELO DOMENICALE – 1

Gli occhi dei bambini

Ti benedico, Padre, perchè hai rivelato queste cose ai piccoli …