GIOVEDI 2 APRILE …

VEDERE LE PAROLE 

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». 

Un pensiero: 

Nel vangelo di oggi ci sono due verbi che mi incuriosiscono e mi fanno riflettere:

  1. OSSERVARE 

Nell’estenuante e intricato  interrogatorio dei  Giudei, a un certo punto Gesù dice: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”.

É curioso l’uso del verbo osservare – che significa anche “guardare attentamente” – riferito a una parola. Ci verrebbe da dire che la parola va ascoltata, mica guardata. In realtà trovo bellissimo questo fatto: per imparare a vivere occorre IMPARARE A VEDERE LE PAROLE, perché … tutto parla e tutto ha da dirci qualcosa. Tutto produce comunicazione per chi è attento. 

Quante parole escono dal silenzio delle nostre case, quante parole si incontrano – in modo molto più denso e profondo – nelle nostre quotidiane comunicazioni, quante parole da guardare attorno a noi per quanto l’invisibile virus micidiale sta provocando, quante parole il nostro mondo collassato ci sta suggerendo … insomma, se voglio imparare a vivere devo imparare a vedere le parole che i fatti non smettono mai di sussurrare a chi ha gli occhi collegati con il cuore, l’intelligenza, le altre persone e si sente responsabile di qualcosa.  

Le parole di questi mesi possono realmente diventar scuola … di vita. Proprio come dice Gesù. 

Anzi, Gesù rincara la dose: dice addirittura che chi “guarda e  custodisce” la sua Parola non morirà mai.

2. CREDERE

A questo punto entra in gioco il secondo verbo: credere! 

I Giudei chiedono a Gesù: “Chi ti credi di essere?”.

Li ringraziamo per la domanda, perché ci rivelano una cosa molto importante: noi siamo quello che crediamo (di essere),  non semplicemente quello che siamo.

É interessante che non gli chiedano “chi sei?” … ma “chi ti credi di essere?”. 

Noi siamo tutti dei credenti da questo punto di vista, perché siamo sempre risultato di ciò che crediamo di essere: “intelligenti, belli, brutti, sfigati, super, “chi sono io!”, indegni, factotum, svogliati, amorevoli, demotivati”, e lo crediamo perché “custodiamo” le parole che scegliamo (o non scegliamo, anche questa è una scelta) per costruire le fondamenta della casa della nostra vita. Ci sono parole che ammazzano e altre che danno vita. Ci sono parole che aprono mondi e altre che ci buttano nelle nostre prigioni interiori. Parole che incontrano e parole che uccidono. …. La lista è lunga. La scelta MOLTO IMPORTANTE! 

Gesù chi si crede di essere? Esattamente una cosina non del tutto trascurabile:  “la VIA, la VERITÁ  e … la VITA!”. Tre orientamenti che si realizzano solo nel momento che si “frequentano” : la via si apre solo a chi la percorre, la verità la trova solo chi la accoglie, e la vita? Arriva, a quanti si voltano a osservare con fiducia quella Parola che Gesù ci rivolge tutti i giorni. Parola di vita piena. 

Un grande abbraccio e buona giornata! 

Per riflettere:

  • Quando necessito di forza e di speranza, a quali parole mi rivolgo?
  • Quali sono le Parole più forti che mi comunica Gesù, quando penso al suo Vangelo?