GLI ALBERI (1 maggio)

GLI ALBERI

Visto che oggi è giorno di festa, magari avete più tempo. Vi propongo una bellissima pagina di un libro di Erri de Luca, pertinente con la festa di Giuseppe, che accoglie Gesù nella sua casa diventandone padre: 

L’albero è la  forza verticale di natura, spinta dal suolo a sollevarsi in alto. Somiglia alla postura della specie umana. 

Per capire i falegnami bisogna risalire ai boschi. Chi si è inoltrato in un’assemblea di alberi, è stato accolto alla loro ombra, si è steso sulle sue radici ha potuto ascoltare il coro. Noi moderni siamo abituati all’indifferenza per la materia prima e al culto per il prodotto finito. Siamo abituati a pagare poco la fonte e cara la foce. La scrittura sacra racconta il valore degli alberi, del legno e del lavoro umano. 

Il tronco trasformato in assi ha bisogno di starsene disteso per stagioni intere a dimenticare la linfa
e indurire la fibra. Gesù impara da Iosèf, participio presente del verbo iasàf, aggiungere, accrescere. Ioséf è colui che aggiunge. Questo dovrebbe essere il titolo di ciascuno che viene al mondo, e già con la sua presenza accresce l’umanità di immensità nuova, ricchezza di una vita in più a rincalzo di forze contro lo spreco della morte. Ci vogliono molti Ioséf in una generazione. 

Lui è falegname, un maestro di alberi e di tagli, un fornitore di arnesi per la comunità. Gesù nasce in una stalla, ma cresce in una bottega di artigiano. Fatto è che Gesù ha svolto da fondo a cima il lungo apprendistato da garzone a mastro durante gli anni eterni d’infanzia e adolescenza. Il suo corpo è cresciuto sotto la disciplina del lavoro manuale. E se è vero che in fatto di scrittura sacra era «nato imparato» come si dice al sud, che sapeva discutere alla pari con dottori e studiosi, questa dote non gli era stata data pure in falegnameria. Nella bottega di Ioséf, non gli fu risparmiato nessun grado dell’addestramento, compreso le martellate sulle dita. 

Toccava a lui, Gesù, finire come un legno disteso e immorsato, messo in opera da una volontà di offerta e sacrificio. La sua vita era materia prima. La docilità del legno era la sua. Gli alberi non possono scappare, quando arrivano i tagliatori, restano ad accoglierli e a farsi abbattere. Anche lui come loro non era scappato”. 

(Erri De Luca, Penultime notizie circa Ieshu/Gesù)