1 MAGGIO, VENERDÍ …

MERAVIGLIOSO!

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e
in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi

Un pensiero … 

Il Vangelo di oggi è ME-RA-VI-GLIO-SO! 

Sicuri di loro stessi, i compaesani di Gesù sciorinano tutte le loro certezze, sotto forma di domanda, per impedire alla Parola che è Gesù, di diventare la RISPOSTA che loro e ogni uomo dovrebbero accogliere per dare senso, cammino, profumo, direzione e profondità a una vita, finalmente riconsegnata a un destino e a un contenuto promettente. 

C’è da pensarci, il Vangelo ci dice che per accogliere Gesù e sentirlo vivo bisogna fare tre cose: 

  1. Si accoglie il Figlio quando ci si converte a Dio convertendosi agli uomini. Loro sono la “casa”, il “tempio”, la “locanda”, la residenza della Sua presenza. E allora nessuno stupore se Gesù che ha tutta quella sapienza e fa tutti quei prodigi sia figlio del falegname, di Maria e che abbia come fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone, Giuda e sorelle che abitano nello stesso paese! Proprio questa è la bellezza del Vangelo: RIPARTE DA NOI. Solo un attento sguardo intorno dice la verità e il senso dei nostri occhi sovente rivolti all’alto in un astratto cielo senza nulla. A volta addirittura senza Dio e solo pieno di noi stessi e delle nostre proiezioni mentali. 
  2. La patria e la casa di Dio, anziché diventare luogo di accoglienza, sono i posti dove il profeta viene disprezzato. La casa naturale della residenza di Gesù dovrebbe essere anzitutto il cuore e la vita dei suoi discepoli, di noi, che ci definiamo cristiani. Gesù risiede profondamente nei miei pensieri e nelle mie logiche, riesce a trasformare le mie mani e le mie parole, mi rende “come Lui”? Nella mia specifica unicità, ma proprio “come Lui”.  E chi vede me, capisce che l’ospite più importante del cuore sia Lui? Gesù diceva: “chi vede me vede il Padre”. E chi vede me, chi vede? 
  3. “Non fece molti prodigi a causa della loro incredulità” … Specifico per quanto riguarda Gesù, generico per quanto riguarda la vita: sovente le cose non capitano per questo solo motivo: NON CI CREDIAMO! E credere significa non arrendersi, lavorare, scavare, sperare, continuare … solo così, quello che non c’è ancora avrà possibilità di esserci. Tutto si trasforma, come il legno lavorato da Giuseppe. Come le convinzioni in futuri che ci vedono coinvolti. Come Gesù, quando ritrova generoso e attento spazio di ospitalità, soprattutto nella MIA casa. 

Auguri a tutti quanti i Giuseppe, maschi e femmine. 

Un ricordo speciale per i “lavoratori” …