XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – A

AMORE A COMANDO? 

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «”Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Aveva chiuso la bocca: ad aprire e a fare aprire la bocca sono tutti capaci. Lo stesso Gesù, in tanti suoi miracoli apre la bocca ai muti, permette di parlare e ritrovare modi nuovi per comunicare, e se questo poteva essere sopportabile, non ugualmente lo era venire privati del diritto di replica poiché rimasti senza argomenti a disposizione. La verità fa liberi, e fa capire, sia agli avversari di Gesù che ai suoi amici, che il modo vero per capire bene cosa dire di Dio e di Gesù non passa attraverso l’essere prevenuti e con il desiderio di “mettere alla prova” il Signore, ma, anzitutto dall’ascolto attento e accogliente del Figlio di Dio che in ogni sua parola e gesto vuole rivelare il volto promettente e accogliente del Padre. Fonte di nuova capacità di rapporto con il mondo. Troppe volte ci dimentichiamo che si può parlare solo di ciò che si conosce, e che il nostro compito principale non è fare e dire delle cose, ma aprirsi alla Parola per conoscere e riconoscersi nel nostro Creatore. Lo dice benissimo Benedetto XVI: “l’impegno della vita cristiana consiste nell’esporsi serenamente al sole di questo amore di Dio per essere totalmente VITALIZZATI, DINAMIZZATI, DIVINIZZATI attraverso la pienezza di un’umanità RIUSCITA 

Qual è  grande comandamento? Risposta rischiosissima! I rabbini del tempo di Gesù, studiando la Bibbia, erano giunti a scoprirvi 613 comandamenti, di cui 365 (come i giorni dell’anno) negativi, cioè azioni proibite e 248 (come le membra del corpo umano) positivi, cioè opere da compiere. Le donne erano tenute ad osservare solo i precetti negativi. Pensate cosa può significare cercare la risposta in mezzo a questo ginepraio! Gesù si rifà al libro del Deuteronomio e dice che la fonte e l’origine di tutti i comandamenti nasce dall’amore per Dio: se così non è possono ridursi ad azioni depotenziate dal loro intento originario che è la consegna di una parola che permetta di vivere, proteggere e custodire i figli di Dio . E di vivere a partire dall’unità che crea in chi la pratica: tutto il cuore, l’anima e la mente sono coinvolte, ossia tutto ciò che porta a definire la nostra umanità. 

Simile. Dire che il comandamento dell’amore di Dio è simile a quello dell’amore per l’uomo significa proprio questo: amare Dio SIGNIFICA amare l’uomo, e, di conseguenza, amare l’uomo e i fratelli significa amare Dio. Non puoi fare una cosa senza fare l’altra. Ci sarebbe molto da pensare sul nostro modo di custodire i nostri fratelli e le nostre sorelle attraverso le nostre azioni. Perchè da questo dipende tutto il resto, e dipende anche la qualità della nostra  vita. Le guerre “in nome di Dio” non sono mai esistite, non compaiono nel catalogo delle Dieci Parole. 

Sarebbe bello se in questa settimana riuscissimo a “zittire” le nostre azioni che non sono a servizio del bene del mondo, che si può manifestare in miliardi di modi e può accadere in ogni secondo e minuto di vita nel quale cerco di dare senso alle mie “comunicazioni” vitali a partire dal mio legame con quel Dio che dico di credere, anziché dipendere dal mio piccolo IO perduto nell’orticello della sua autocompassione e della sua piccolezza terrorizzata.