PICCOLO LESSICO QUARESIMALE … (-8)

MA

Ma voi, chi dite che io sia?

Arriva un giorno in cui siamo chiamati a farci questa domanda riguardo a Colui che ricorda ai suoi discepoli: “senza di me non potete far nulla”.

Colui a partire dal quale noi ci definiamo “cristiani”. 

Arriva un giorno che, come dice il titolo di un film, nei nostri giorni cambia tutto perché a partire da quella risposta, elaborata in modo personale, è successo qualcosa. Il titolo del film è: QUANDO SEI NATO NON PUOI PIÙ NASCONDERTI. Mi ha sempre molto colpito. 

Questo perché la risposta alla domanda di Gesù non basta darla con la testa: bisogna muovere le mani, i piedi, il cuore, i pensieri … con la vita. E per vivere bisogna uscire “dalla nostra terra” per dirla all’abramese. 

Il discepolo non è un opinionista, ma uno che “sta dietro” al suo maestro. E solo così, ogni giorno scopre che la risposta prende forma. 

Inizia a vivere, e non si nasconde più . 

Mai più.

Chi è Gesù? Io che trovo la Vita. 

Ma chi è Gesù per me? Cosa vuol dire che riconosco che è il mio Salvatore? In che cosa? Da che cosa? 

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE … (-7)

SEGNO 

“Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona”

Che male c’è a cercare i segni? Nessuno. Anzi, il problema è quando non cerchi più indicazioni in grado di dare delle direzioni al tuo cammino e alla tua vita. 

Però, affinchè il segno sia efficace, deve essere VISSUTO, non semplicemente VISTO, perchè a forza di cercare esperienze rischiamo di non iniziare mai a vivere. 

Per questo il “segno” di Giona è importante, perchè il predicatore della conversione di Ninive è il primo a doversi convertire, e non una volta per tutte, perchè dopo la salvezza dei niniviti invoca la morte su di sé per la rabbia nei confronti del cuore misericordioso e super accogliente di Dio. 

Non finisce mai la strada della sapienza, e del sapere della fede, che non riguarda l’intelligenza, ma la vita, i gesti, i cammini che si decidono di intraprendere. Il sapere del Vangelo, lo sappiamo, non è un sapere intellettuale, ma un SAPERE DELLA LIBERTÁ: di chi, accogliendo il Signore, percepisce la fioritura del “segno di Dio” che è Gesù,  in vita rinnovata, rialzata e rimessa in movimento. 

Cerco di fare parlare Gesù, segno vivente di Dio, nella mia vita di ogni giorno? In questo momento come mi sta interpellando? Quali segni significativi mi stanno coinvolgendo in questi giorni di Quaresima? 

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE (-6)

PIOGGIA E NEVE 

Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra … 

Sì, lo sentiamo: le pareti del naso sono secche, il respiro asciutto, la terra arida, l’erba un po’ verde un po’ marroncina, a Palermo si fa il bagno al mare e sono tutti felici, ma in realtà … così non dovrebbe essere. Il ciclo delle stagioni dovrebbe avere il suo rigore logico, e il disagio dell’ombrello e delle scarpe idrorepellenti a causa della neve sappiamo bene che sono la premessa della fioritura e della possibilità di frutto per la stagione estiva.

In inverno dovremmo dire  “oggi fa bello” se fa freddo, se piove, se nevica …  Ogni stagione ha un’identità estetica e di identità che il cambiamento climatico imposto dall’uomo ha ormai disconosciuto. 

Ma così … dove arriveremo? 

Potremmo dire così della vita spirituale: quante volte non dedichiamo tempo quotidiano  a quella parola di Dio che è come la pioggia e la neve. Poi però, alla fine della giornata come ci sentiamo? Aridi e spenti. 

Come la terra. E anche noi siamo terra.

Quanto tempo dedico ogni giorno alla lettura della Parola di Dio che, nonostante tutto promette che non tornerà a Dio “senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia”? 

Oggi a che ora mi fermerò per leggere il Vangelo e chiedermi cosa mi dice? 

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE …

… E GLI ANGELI LO SERVIVANO  -5

 

É opinione  comune che un signore sia una persona che abbia persone di cui servirsi. 

Gesù è un signore un po’ particolare, perchè anche se si fa servire, non si serve mai di nessuno, ma l’esercizio della sua signoria è dono di libertà, anzichè furto …

Farsi servire dagli Angeli, come meditavamo ieri nel Vangelo,  significa permettere alle forze, alle luci, alle ispirazioni angeliche – e per noi ev-angeliche o di “angel road”, ossia di “angeli di strada” che sono tante persone a noi care, amici, bene-fattori, situazioni che ci fanno pensare e costruire  – di essere i riferimenti a partire dai quali convivere e bilanciare il peso delle nostre giornate e delle bestie che ci sono dentro e attorno a noi. 

Gli Angeli sono anzitutto i messaggeri di Dio, non dimentichiamolo, forse ci ricordano che il nostro compito da preservare con la massima cura non è l’oscurità demoniaca ma lo sguardo che riposa sugli sprazzi di luce che ogni momento ci sono forniti se decidiamo di farci servire da loro, diventando così un po’ più signori di noi stessi. 

Chi sono gli angeli della mia vita? Quanto spazio offro loro? Quanto il V-Angelo è il mio riferimento principale che dà luce al mio buio? 

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE … -4

RIMANERE 

Gesù “rimane” nel deserto 40 giorni. Israele ci rimane 40 anni. Quaranta, un numero che “sembra una vita”, infinito, che insomma dice che cosa: che la nostra scelta, il desiderio di stare nell’alternativa luminosa e buona non finirà mai. Riguarda tutti i giorni e tutte le cose che si fanno. Come per Gesù, che per tutta la vita deve decidere come agire per mostrare un Volto di Dio che è anzitutto Padre e Amore … e tutto il resto … non conta. Dà la vita per farlo. E con una certezza: lo Spirito Santo non lo abbandona, ma lo accompagna sempre.

Quali sono le esperienze di vita nelle quali dobbiamo RIMANERE e dalle quali tendiamo a fuggire? Ci ricordiamo, quando “entriamo” per rimanere in qualcosa, di invocare la forza dello Spirito Santo?

PRIMA DOMENICA DEL TEMPO DI QUARESIMA

BIVI

 

In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Il vangelo del tempo quaresimale che inaugura i nostri cammini verso Pasqua è estremamente conciso e significativo, perchè, in poche righe ci mette davanti alla radiografia della nostra vita di discepoli di Gesù.

Mi soffermo su tre espressioni sulle quali lavorare e pregare questa settimana, per chi di noi vuole accogliere il seme della Parola e farlo fiorire nel proprio cammino. 

IN QUEL TEMPO. É un’espressione  per iniziare a leggere il Vangelo, in realtà Marco scrive: SUBITO DOPO. Subito dopo cosa? Subito dopo il Battesimo, Gesù è sospinto dallo Spirito nel deserto per essere tentato da Satana. Ma, ci chiediamo, come può lo Spirito sospingere a vivere una situazione tanto pericolosa? Dobbiamo capirci, non è lo Spirito, e non sarà mai Dio a tentarci, ma la cosa certa è che ogni volta che noi cerchiamo di “vivere secondo lo Spirito di Dio” stiamo pur certi che arriverà, pronta e puntuale la “decisione dell’alternativa”, che il Vangelo chiama tentazione: “voglio andare lì, ma certo che se andassi là” … e, a forza di rimanere sulle domande non partiamo mai, non ci diamo delle risposte e rimaniamo fermi. Quindi direi che la tentazione è segno di “salute spirituale”, ti viene perché hai deciso di seguire Gesù. Puoi stare tranquillo, invece, che se non ti senti mai tentato significa che non hai ancora scelto nulla. 

RIMASE. Gesù rimane nel deserto 40 giorni. Israele ci rimane 40 anni. Quaranta, un numero che “sembra una vita”, infinito, che insomma dice che cosa: che la nostra scelta, il desiderio di stare nell’alternativa luminosa e buona non finirà mai. Riguarda tutti i giorni e tutte le cose che si fanno. Come per Gesù, che per tutta la vita deve decidere come agire per mostrare un Volto di Dio che è anzitutto Padre e Amore … e tutto il resto … non conta. Dà la vita per farlo. 

STAVA CON LE BESTIE SELVATICHE E GLI ANGELI LO SERVIVANO. Dio, nel libro della Genesi chiede ad Adamo di “dare il nome” agli animali che gli venivano presentati. Dare il nome  significa esercitare signoria e paternità. Solo, che dopo pochi versetti, Adamo ed Eva decidono di dare la parola a un serpente per insinuare il dubbio sull’attendibilità  di Dio diventando schiavi della diabolica  persuasione. Gesù non è ingenuo, sa che nel cuore di ognuno ci sono e ci saranno sempre lati luminosi e lati oscuri, bestie e angeli. Non si tratta di rinnegare niente: non siamo bestie e non siamo neanche esseri angelicati. Nostro compito è domandarci come fare a vivere l’equilibro tra queste due dimensioni. Anche questo, ogni giorno, per permettere alle bestie selvatiche di alimentare le nostre passioni buone, ma serviti dagli Angeli che orientano verso la luce e il bene i nostri propositi e i pensieri del cuore. 

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE – 3

DIGIUNO

“Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?”. 15E Gesù disse loro: “Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?

La parola di oggi è DIGIUNO. Noi cristiani l’abbiamo dimenticata. I nostri fratelli musulmani il ramadan lo vivono con estrema serietà, nonostante il caldo e il lavoro pesante del giorno, per noi a volte è una pratica insignificante. Gesù anzitutto lo lega a Lui, ossia, il nostro è un digiuno di persone discepole dello sposo, che vivono patti nuziali, e quando lo sposo non ci sarà più, allora ci saranno i poveri, che staranno sempre con noi. Poveri, di tutti i tipi. La domanda allora cambia. Non chiediamoci più PERCHÉ digiuniamo , ma PER CHI ?  I gesti del Vangelo non ci isolano nei nostri perfezionistici autocontrolli, ma ci espongono alla fragilità del dono, dove la condivisione di ciò a cui rinuncio, se è fatta con amore, viene sempre eseguita “a fondo perduto”. Senza aspettare contraccambi. 

A cosa potrei rinunciare per arricchire qualche persona bisognosa? 

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE … una parola al giorno verso la Pasqua – 2

PARENTI 

“Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi
e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato,
nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza trascurare i tuoi parenti?”

La parola di oggi è PARENTE. 

Ho scoperto che deriva dalla  parola latina PARERE, che significa PARTORIRE. 

Quindi, a rigor di logica, solo la madre dovrebbe essere una parente. Eppure, quante persone, ogni giorno, nel bene e nel male “ci mettono al mondo” e davanti al mondo per affrontarlo: madri, padri, cugini, fratelli, sorelle, nipoti … Ci sfidano, ci arricchiscono, ci provocano e ci ammaestrano.… tutti ci interpellano, soprattutto quelli che influenzano la nostra “prossimità”. Grande digiuno rinunciare alla nostra centralità per fare spazio di riconoscimento alla loro presenza. Come dire, l’amore a km0 è sempre più difficile dell’esportazione della nostra carità a migliaia di km di distanza. 

Sto “trascurando” qualche mio parente? Oggi cosa potrei fare per ridare vitalità e senso al legame con loro? 

Buona giornata! 

PICCOLO LESSICO QUARESIMALE … una parola al giorno verso la Pasqua – 1

GIOVEDI 15 FEBBRAIO 

TE

Ispira le nostre azioni, o Signore,
e accompagnale con il tuo aiuto,
perché ogni nostra attività
abbia sempre da te il suo inizio
e in te il suo compimento.

La Parola che può accompagnarci oggi è “Te”, ossia il TU di Dio, quell’origine e quel compimento che, per dirla come D’Avenia, può trasformare il destino in destinazione. 

Cosa vuol dire per me iniziare la mia giornata DA Dio e viverla IN Lui? Oggi proverò a fermarmi per chiedermi: “sono in te o altrove? Sei Tu il mio respiro e la mia ispirazione?” 

Buona giornata!