TERZA DOMENICA DI QUARESIMA

POZZI … CON UN FONDO

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere» … «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua … “ 

Il Vangelo di domenica in realtà è molto più lungo e articolato e lo si può comprendere solo nel suo insieme. Chi vuole lo vada a leggere, magari in un momento di silenzio e raccoglimento e facendosi le solite due domande che ci diciamo di rivolgere a noi stessi ogni volta che ci troviamo davanti alla Scrittura, ossia: “Cosa dice?” e “Cosa MI dice?”. Questo è l’unico modo che permette a un fatto statico come la stampa di una parola e la sua lettura corsiva di trasformarla in un evento, perchè Gesù, come ogni cosa significativa della vita, entra in noi, nel momento in cui vengono coinvolte la mente e il cuore. 

Ebbene, provo a condividere tre riflessioni che MI HA suggerito  il Vangelo della Samaritana. Per qualcun altro, saranno altri, non è un problema, l’importante è che la Parola si trasformi in suono interpellante e coinvolgente. 

Mi piace pensare a Gesù AFFATICATO CHE SIEDE PRESSO IL POZZO. É la figura della nostra umanità. Il disegno della nostra povertà e della nostra contingenza. Noi siamo così: persone in cammino che affaticate cercano dei pozzi per ristorare le proprie fatiche e reintegrare nuove energie e nuove forze. Gesù ci parla sempre a partire da quello che ci accomuna e mai da quello che ci separa, e ogni Sua Parola è la possibilità di reperire il senso sempre nuovo del nostro essere in un Centro che dà senso a ogni cosa, il Padre Suo e nostro. La sete. La Croce. La precarietà. Luoghi dove ABITA e RISIEDE il Figlio di Dio e dove ognuno noi passa per trovare un Compagno di viaggio che è anche IL Salvatore e l’indicazione del nostro destino in Dio. 

ATTINGERE ACQUA: Già, bel problema. Forse attingiamo acque che non sempre ci dissetano, o dalla conformazione chimico-spirituale non esageratamente pura, se non addirittura inquinata. E pensare che l’unico intento di Gesù è quello di essere quell’acqua pura che tanto noi cerchiamo e aneliamo. E pensare che basterebbe “volerlo” … “tu stesso gliela chiederesti se conoscessi il dono di Dio e  chi è che ti chiede da bere” … A volte non siamo dissetati perchè, in verità, non chiediamo al Signore di mantenere per noi la Sua Promessa. 

L’ACQUA CHE IO GLI DARÒ DIVENTERÀ IN LUI UNA SORGENTE D’ACQUA CHE ZAMPILLA PER LA VITA ETERNA: della serie: “Maria ha scelto la parte migliore”. Non si tratta semplicemente di ricevere. La grande sorpresa è cominciare a sentirsi trasformati. La grande sorpresa è percepire nuovamente che tutto si trasforma in vita. E quando c’è questo ci siamo, al punto di partenza!