QUARTA DOMENICA DEL TEMPO DI QUARESIMA

LUCE SIA! 

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. … i farisei gli chiesero: “Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo?” … Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

Domenica scorsa Gesù ci dava l’acqua viva, e non solo. Ci dava quell’acqua unica che solo Dio  può donare e non abbisogna di secchio, non si spaventa davanti alla profondità del pozzo, ma offre la forza per continuare ad attingere e trasforma la nostra acqua stagnante in acqua zampillante ed eterna. La Samaritana capisce che proprio di quell’acqua aveva bisogno, e proprio per questo parte, abbandonando la sua brocca al pozzo, per correre a raccontare ai suoi compaesani che era arrivato il Messia. 

Oggi il Vangelo, dopo averci dissetato, ci apre gli occhi e ci fa incontrare con Gesù che diventa il “correttore ottico” delle nostre visioni alienate sul mondo. Delle nostre cecità. Il contatto con la sua mano diventa possibilità di vederci di nuovo. Diventa NUOVA CREAZIONE e ci fa NUOVE CREATURE … fece del fango Gesù, esattamente come Dio che crea il mondo, inaugurando così la nascita di un uomo diverso, non più prigioniero dei suoi pensieri e delle sue miopi parole. Insomma, Gesù è qui per guarirci, per i malati e non per i sani … per noi!  

Come fare esperienza di questa parola? Aprendoci, ascoltando e fidandoci. Infatti i samaritani, pur vedendo che cosa è accaduto, pur avendo interrogato l’uomo guarito, pur avendo sentito cosa dicevano i genitori del loro figlio cieco … non credono, non vedono e non capiscono.  Per questo il Vangelo, alla domanda su come Gesù avesse fatto questo miracolo si sentono rispondere in modo sarcastico e intelligente: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo?” … della serie, si vede solo con un cuore capace di ascolto. 

Infine, Gesù parla all’uomo vedente e a noi domandandoci: “tu, credi al Figlio dell’uomo?”, e definendo chi è: “COLUI CHE PARLA CON TE”. Forse anche noi dovremmo intensificare quel dialogo con il Vangelo che giorno per giorno ci ricorda questa solo cosa: io posso conoscere il Figlio di Dio a partire dal momento in cui ne riconosco la sua identità che è tale perchè in relazione. Lui è COLUI CHE MI PARLA. Cosa significa per me ascoltarlo? La mia relazione con Lui è un monologo o anche accoglienza della sua Parola che incontra la mia?