AAA…ttenti!

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

 

Sembra di rileggere il Vangelo di due domeniche fa. Eppure questo testo è quanto mai indicato per aprire le porte del Tempo di Avvento: tempo di “attesa” di qualcosa veramente speciale, della nascita di Gesù, del Figlio di Dio, ma forse – perché poi questo ci sta a cuore – di “nascita e rinnovamento” per noi, che diventiamo ciò che scegliamo di porre al centro dell’attenzione del nostro cuore come riferimento di stabilità, vita e direzione. Nasce Gesù perché noi possiamo nascere. Se il Vangelo non tocca e non parla il linguaggio della nostre vita, non ha nulla da dirci e da darci. E allora il Tempo di Avvento, che dura quattro settimane, ci invita a cogliere l’originalità della Buona Notizia per noi a partire dalla SUA originalità, che non consiste nella paura per gli eventi cosmici che perdono la loro stabilità, ma nell’avere l’occasione, ogni volta che cade ciò che per noi era stabile, di “risollevarsi, alzare il capo” e comprendere che “la nostra liberazione è vicina!”. Le crisi a volte sono la possibilità per rinascere e rinnovarsi, non sprechiamole! Il Vangelo ci invita a leggere con grande attenzione il “senso del non-senso” che a volte ci abita. Ci chiede di fare attenzione a quello che ci può distogliere dalla realtà (come l’ubriacatura), a liberarci dai lacci che ci impediscono di muoverci e di essere liberi. Insomma, la forza più grande, bella e sorprendente che ci viene incontro è questa:  il desiderio di comparire sempre davanti al Figlio dell’uomo anziché a ciò che vuole spaventarci e togliere le forze. Impariamo allora  a guardare ciò che è solido e stabile e a fuggire da quanto ci fa chinare la testa senza possibilità di camminare e avere speranza. Magari scoprendo che non siamo noi ad aspettare la nascita del Figlio di Dio, ma il Gesù che aspetta la NOSTRA nascita!

 

Buona domenica e buona settimana!

Don Luigi