XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

GRANO E ZIZZANIA 

Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”». 

Tra i suggerimenti e i contributi sul Vangelo di domenica scorsa compariva un libro di Erri de Luca: “In nome della madre”. Lo scrittore racconta la storia e i pensieri di Maria, mentre attende la venuta del suo figlio. Mentre con Giuseppe si reca a Betlemme per il censimento, Maria pensa,  rivolta al piccolo Ieshu (Gesù): Respiravo profondo per fare sapere anche al bambino le sorprese del mondo. Era fatto di opposti, l’alto e il basso si urtavano e mandavano scintille, oppure si sfioravano con una carezza”. Un modo molto poetico (come tutto il libro) che ci fa dire che le parole della madre sono risuonate nel cuore del Maestro fino a diventare la parabola che abbiamo letto oggi, e che ancora, con grande realismo, ci convince che il Vangelo per dirsi ha un unico assunto: l’unica realtà è … la realtà! (E ognuno vive la sua). A partire da tutto il peso e l’ambiguità del male, che non sempre si riesce a definire e comprendere con nettezza, ma convive tenacemente avvinghiato al buon grano. 

Lo sguardo di Gesù ci invita a operare con grande capacità di pensiero, attesa e azione. Il “buon agricoltore” domanda di guardare sempre OLTRE, per scorgere le potenzialità di trasformazione e crescita che sono racchiuse ovunque.  Credere vuol dire avere fiducia nella crescita; a guardare il grano, anche se sporco di zizzania, come costante “profezia di pane” (Ronchi) a partire dal tuo orto, casa tua, dove nasce il piccolo seme della senape per diventare il più grande degli alberi. Piccolo presente pieno di grande futuro.

Questa settimana proviamo a pensare e condividere cosa significhi RESISTERE AL MALE SECONDO IL VANGELO nella vita di tutti i giorni (inviare contributi a l.lucca71@gmail.com ) . 

SPERANZE

Quale parabola può essere più adatta alla cultura contadina di noi langaroli che abitiamo tra queste stupende colline e che conosciamo la dedizione e la fatica con cui si semina, valutandone i tempi  e le lune migliori, senza sapere se si potrà  raccogliere, sperando nella clemenza del tempo atmosferico, nell’assenza di malattie che possano compromettere  il raccolto o altro ancora.
Come è diversa questa logica da quella dell’ uomo moderno, preoccupato ed impaziente più di raccogliere i frutti che di preparare il terreno.
Lo sanno bene i genitori che non sempre   vedono  rispecchiati nei figli gli insegnamenti ed i valori che con fatica hanno cercato di trasmettere loro.
Eppure tra gli affanni e le preoccupazioni, ognuno di noi,  seppure con i limiti imposti dalla finitezza della condizione umana, continua con la propria vita a gettare semi che, con l’ aiuto dello Spirito,  possono fare crescere piante anche in condizioni non ottimali.
Ma ben più difficile e’ mantenere un cuore libero ed accogliente da permettere di farsi fecondare dai semi della Parola e diventare umili operai nella vigna del Signore,
E allora come dice il Signore” fa attenzione, stai tranquillo e non temere”, certi che Lui sa rivoltare le zolle del nostri terreni a volte stanchi e renderli nuovamente fertili e pronti per una nuova semina. E come scrive Cesare Cremonini in un sua canzone:”Ogni volta, ogni maggese che ritorna a dare vita ad un seme, sarà vita nuova anche per me”.
https://youtu.be/WHicetUYYb4

Leggerezza…  (sempre sul Seminatore)

Leggendo e meditando il Vangelo di Domenica scorsa, nella mia vita penso di essere stato un po’ un terreno sassoso, un po’ un terreno pieno di rovi ma la grazia di Dio mi ha fatto anche essere un terreno pronto ad accogliere il seme del Seminatore. Fa pensare questo Seminatore che allarga la mano e fa cadere i semi su tutto e su tutti rispettando i tempi di ognuno…in contrapposizione a com’è l’ agricoltura oggi. Un’ agricoltura meccanizzata dove ogni singolo seme non viene “lanciato” bensì viene “studiato”, piantato in un certo modo affinchè nessun seme vada perso e si ottenga da esso la massima resa possibile.

Quotidianamente dobbiamo camminare in terreni molto sassosi e pieni di rovi ma, piccoli gesti e azioni possono farci cambiare la giornata e ci fanno rinascere in un terreno fertile se abbiamo la disponibilità di accogliere il seme che ci viene dato e farlo crescere nel terreno in cui siamo.

Descrivo piccoli episodi magari ridicoli ma che mi fanno andare avanti perché è dalle piccole e semplici cose e azioni che il mondo va avanti e porta speranza, fiducia e voglia di lottare per un mondo migliore.

Era una giornata pesante sul lavoro, molte maldicenze, ambiente difficile, arido e molta tensione. Tornando a casa, un povero mi ha chiesto qualcosa. Mi sono fermato, due parole di incoraggiamento, un sorriso, una pacca sulla spalla (nonostante dentro fossi amareggiato) e una piccola offerta. Faccio tesoro dell’ insegnamento di Padre Celestino che un giorno mi disse: “ Gira sempre con 2 € in tasca in modo che se incontri qualcuno oltre a scambiare due parole possa anche comprarsi un panino o un pezzo di pizza o bere qualcosa”.

Sempre lo stesso giorno passando vicino ad un ristorante, vidi un orologio per terra. Mi chinai e lo portai all’ interno del locale e lo lasciai al proprietario perché probabilmente era di qualche cliente che lo perse appena uscito dal locale dopo aver mangiato. Una signora che era dietro me vide tutta la scena e dall’ espressione degli occhi, capii che mi sorrideva anche dietro ad una mascherina.

Ecco, io penso che le nostre giornate dovrebbero essere così “leggere” perché è la leggerezza che fa vivere.

Un ultimo episodio. I nostri nipoti trovarono una tortora che probabilmente era caduta dal nido. Mia moglie a cui piacciono molto i volatili, ne ebbe cura. A parte il primo giorno in cui si vedeva che il pennuto aveva il cuore a mille ed era impaurito, mia moglie cercò di ricreare nella gabbia le sembianze di un nido. Quasi mi commossi a vedere con quanto amore mia moglie la teneva in grembo e la imboccava perché non era in grado di mangiare da sola. Dopo alcuni giorni una ferita alla zampetta sembrava si fosse rimarginata e da dentro la gabbia sembrava volesse provare a volare. L’ abbiamo lasciata libera e dopo alcune prove di volo, un giorno partì. Dopo alcuni giorni mia moglie sentì un verso diverso dai soliti piccioni e guardando le parve che fosse la tortora che aveva curato e che fosse quasi venuta a ringraziare con un’ altra tortora. “L’ amore libera ed è liberante per il cuore”.

Mi ripeto sempre tutti i giorni. “ Fuggi il male e fai il bene! “. Cercando di tenere un terreno fertile quando passerà il Seminatore mi aiuto anche ascoltando una canzone breve di Cristicchi che si intitola “Lo chiedermo agli alberi”. Mi piace molto ascoltarla ad occhi chiusi perché le immagini distraggono e le parole entrano più in profondità. Vorrei condividerla con tutti e alla sera quando le tensioni, le incomprensioni della giornata appena trascorsa sono messe a tacere dall’ avanzare della notte, ecco che ascoltando il proprio respiro (come diceva Don Luigi) e questa melodia mi fa ben sperare per il giorno che il Signore vorrà ancora farmi vivere. Ecco di seguito:

 

CONTRIBUTO SUL VANGELO DEL SEMINATORE 

Il Vangelo ci  parla del seminatore, di frutti della terra. Quali sono i frutti che la vita ci offre? Non dobbiamo pensare solo al cibo che la terra produce, ma al cibo di Dio. Noi siamo tutti seminatori, c’è il proverbio che dice QUELLO CHE SEMINI RACCOGLI, ed è proprio cosi, quello che seminiamo raccogliamo, dobbiamo solo chiederci se abbiamo intenzione di seminare con l’aiuto di DIO o con il proprio IO. Se decidiamo di prendere la prima strada siamo sicuri di fare sempre bene, Dio è un ottimo consigliere, vuole solo il nostro bene e quindi siamo sicuri dei frutti che raccoglieremo.

CONTRIBUTI SUL VANGELO DEL SEMINATORE

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“COMPRENDERE” la Parola di Dio per PRENDERLA CON ME, quanto mi piacerebbe essere capace di mettermi in ASCOLTO e far germogliare quel seme che il Signore ha messo dentro di noi e che troppo spesso fatica a spuntare soffocato dai rovi delle nostre esistenze e poi ci sono momenti in cui improvvisamente ci accorgiamo che i fiori germogliano tra le rocce perché quel Seminatore non semina a caso e anche tra le crepe della tua vita può nascere un fiore, e allora la speranza riprende forza.

«I semi sono invisibili. – scrive Antoine de Saint-Exupery – Dormono tutti nel segreto della terra finché ad uno di loro non piglia il ghiribizzo di svegliarsi. Allora si stiracchia e fa spuntare timidamente verso il sole uno splendido germoglio».

E allora ti senti parte del prodigio di quel seme che sotterrato nel buio, sotto un cumulo di terra riesce nonostante tutto a capire dove dirigersi e manifestarsi in tutta la sua bellezza. Se solo riuscissimo a guardare alla nostra vita come ad una continua primavera avremmo «colto che nel mondo sono all’opera forze buone che crescono e nutrono, e che c’è Qualcuno che si cura di moltiplicarle, nonostante i sassi e le spine. E quello che avviene nella terra, avviene nei cuori» (Ermes Ronchi)

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

PRENDERE CON SE’

Dal Vangelo secondo Matteo

Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. Chi ha orecchi, ascolti». (…) Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e
non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Buona domenica! Com’è andata la settimana appena trascorsa? Spero bene! Spero che il Vangelo di domenica scorsa sia risuonato come fonte di ispirazione e di orientamento per i passi dei giorni che intercorrono da un Giorno del Signore all’altro. Tempo che, nella memoria della preghiera, può  trasformarsi in compagnia del Signore dei Giorni, che, nell’inno dell’Ora Media noi invochiamo dicendo: “tu segni i ritmi del mondo, i giorni, i secoli, il tempo” . Ecco qual è l’orizzonte liberante di interpretazione dei nostri cammini. Devo dire che  sono molto contento, e anche un po’ sorpreso, per i vostri interessanti interventi sulla proposta di fare diventare il sito un punto di condivisione: una canzone sugli occhi dei bambini (i piccoli del Regno), una riflessione sul farsi piccoli come Zanardi con il nipotino, un pensiero sul sentirsi accompagnati da Dio anche nella sofferenza, la proposta di una lettura, sono tutti trampolini di lancio sul nostro desiderio di “comprendere” la Parola di Dio per viverla. C’è tanto spazio. Comprendere non significa dire “ho capito tutto!”, ma “prendo con me!”. E si comprende quando si ascolta, si riascolta: come una poesia, una bella pagina, una musica che non si esauriscono mai, ma risuonano infinitamente nei cuori aperti. Gesù ripete che per comprendere occorre ASCOLTARE: ma sappiamo ancora farlo? Sappiamo farlo oltre le 1000 parole e rumori che si affollano nelle nostre vite? E dopo avere fatto tacere i rumori esterni, sappiamo anche comandare sui mille pensieri che ci sono dentro di noi? Solo se ci daremo del tempo per ripensare le sue parole scopriremo che il seme porta frutto. Oltre le mille paure che ci vogliono sequestrare da una vita vivibile e vissuta. “Cercare di comprendere” ci dice Gesù, per scoprire che il buon terreno, gravido di Parola, “dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno”. E il seme cresce SEMPRE, basta solo UN PO’ DI DISPONIBILITÁ (come la pioggia e la neve … )!

Questa settimana proviamo a pensare e condividere cosa significhi la parola COMPRENDERE LA PAROLA DI DIO nella vita di tutti i giorni (inviare contributi a l.lucca71@gmail.com ) . 

CONTRIBUTI SUL VANGELO DOMENICALE – 4 

 

Ci arriva un bel suggerimento di lettura: IN NOME DELLA MADRE.  Un testo pieno di realistica poetica. D’altronde ognuno di noi è chiamata/o a diventare madre di Gesù, a “metterlo al mondo” tutti i giorni, a ridiventare quel “piccolo” capace di fare cose nuove e grandi perchè NEL Padre.