NUOVISSIMO!
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Quando pensiamo alla gloria di Dio la nostra immaginazione si accende di fantasie di onnipotenza e splendore, il Vangelo invece – che è il riferimento imprescindibile per parlare del Dio di Gesù Cristo – ci parla del Figlio che si consegna alle mani degli uomini. Altre volte, nel corso della sua vita, avevano cercato di “prenderlo”, ma Gesù è inafferrabile, neanche da Risorto vuol essere trattenuto, ma solo seguito nel nome di una grande libertà. Gloria di Dio allora non è togliere la vita agli altri, ma donare la propria sino alla fine, senza pentimenti e in maniera incondizionata. La gloria allora cambia anche il concetto di onnipotenza, che, a partire dal Getsemani e dalla consegna libera del Figlio si trasforma in amore che esprime la sua potenza nell’apparente inerzia dell’amore, che agli occhi del mondo, vive sempre in perdita. Davanti a questo gesto potremmo chiederci cosa pensiamo noi quando pensiamo Dio. É una nostra fantasia o la storia del Figlio che rivela il Padre e le sue intenzioni per diventare la nostra storia?
Per questo Gesù ha l’ardire di dare e definire il comandamento dell’amore con la qualifica di nuovo. Ma che ci sarà di nuovo, sappiamo tutti che dobbiamo amare e questo sia il senso della vita? Ah sì? L’inquinamento eccessivo, la deforestazione, l’uso estremo delle risorse naturali, il cambiamento climatico, l’indifferenza, la disinformazione, la violenza e le guerre, i nazionalismi esasperati, la dittatura economica, l’odio, l’intolleranza, la mancanza di compassione … non sono forse segni che ci dicono che l’amore forse è proprio un comandamento da rinnovare quotidianamente, e da vivere nella totale novità e nel suo essere assolutamente inedito?
La conclusione del vangelo di oggi definisce allora l’identità del discepolo in modo inequivocabile e perentorio: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” … Avere questa certezza e desiderare seguire Gesù a partire dalla pratica della sua parola che porta a rinnovare le nostre vite e di conseguenza il mondo, perchè abbiamo vissuto quell’amore testimoniato dal Figlio, può essere veramente il trampolino di lancio per fioriture e resurrezioni laddove la morte, il buio e la disperazione sembrano avere preso il sopravvento definitivo. Nella mia vita in cosa dimostro il mio essere discepolo?