SPERANZE

Quale parabola può essere più adatta alla cultura contadina di noi langaroli che abitiamo tra queste stupende colline e che conosciamo la dedizione e la fatica con cui si semina, valutandone i tempi  e le lune migliori, senza sapere se si potrà  raccogliere, sperando nella clemenza del tempo atmosferico, nell’assenza di malattie che possano compromettere  il raccolto o altro ancora.
Come è diversa questa logica da quella dell’ uomo moderno, preoccupato ed impaziente più di raccogliere i frutti che di preparare il terreno.
Lo sanno bene i genitori che non sempre   vedono  rispecchiati nei figli gli insegnamenti ed i valori che con fatica hanno cercato di trasmettere loro.
Eppure tra gli affanni e le preoccupazioni, ognuno di noi,  seppure con i limiti imposti dalla finitezza della condizione umana, continua con la propria vita a gettare semi che, con l’ aiuto dello Spirito,  possono fare crescere piante anche in condizioni non ottimali.
Ma ben più difficile e’ mantenere un cuore libero ed accogliente da permettere di farsi fecondare dai semi della Parola e diventare umili operai nella vigna del Signore,
E allora come dice il Signore” fa attenzione, stai tranquillo e non temere”, certi che Lui sa rivoltare le zolle del nostri terreni a volte stanchi e renderli nuovamente fertili e pronti per una nuova semina. E come scrive Cesare Cremonini in un sua canzone:”Ogni volta, ogni maggese che ritorna a dare vita ad un seme, sarà vita nuova anche per me”.
https://youtu.be/WHicetUYYb4