FESTA DI CRISTO RE DELL’UNIVERSO

STRANI TRONI … 

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece
non ha fatto nulla di male».
E disse: «
Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».

Un amico ha detto: “ma come mai leggono il Vangelo di Pasqua se tra un mese è Natale?”. Forse perchè all’inizio e alla fine dell’anno liturgico ci dobbiamo ricordare che NATALE è nascere per diventare nuovi, mentre la festa di Cristo Re è la celebrazione della consapevolezza che questa novità non è una questione legata ai primi anni della nostra vita, ma la condizione permanente di chi rinasce continuamente nel Signore Gesù e sa che il suo Regno ha come trono la Croce di quell’amore incondizionato che non viene mai meno a chi gli si accosta con fiducia. E soprattutto di quell’amore che non finisce mai, neanche davanti alla morte. 

Colpisce il cuore la fedeltà di Gesù al Padre sino alla fine, che corrisponde al desiderio di non salvare se stesso – come gli dicono per ben tre volte sotto la croce e gli aveva già proposto il diavolo nella triplice tentazione del deserto – ma, come atto conclusivo della sua vita, salva l’ultimo della terra: un malfattore. Mentre in tutte le religioni è l’uomo che cerca Dio, qui è Dio che per primo e sino alla fine ci viene a cercare. Prima sollecitazione: io so fare gesti che pensano prima agli altri che a me stesso? 

L’altro malfattore riconosce la vera identità di Gesù: Colui che “non ha fatto nulla di male”, ma, anzi, è passato “facendo il bene”. Cosa vuol dire per me meditare la bontà di Dio e riconoscere il mio male? So ancora riconoscere il mio peccato, ossia, tutti quei gesti, parole e pensieri che mi dividono dalla fonte della vita e dai miei fratelli? 

“Gesù, ricordati di me!” Tutti noi abbiamo un tacito terrore che percorre, con o senza voce, il nostro cuore: la paura di essere dimenticati … se nessuno si ricorda di noi vuol dire che non siamo amati. La risposta di Gesù è immediata: da OGGI … Lui ci promette che non si dimenticherà mai ; quando celebriamo la Messa all’elevazione diciamo FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME … noi che pretendiamo da Gesù di essere ricordati, ci ricordiamo di Lui?  

ESERCIZI DI VANGELO 

  1. Provo a scrivere cosa significa per me usare il mio AVERE, il mio POTERE e il mio APPARIRE non per asservire gli altri ma per servire i miei fratelli.
  2. La sera, prima di addormentarmi, o in un momento di silenzio della giornata, rileggo il tratto della Lettera ai Colessesi di Paolo . Ecco il testo: “Fratelli, ringraziate con gioia il Padre che vi ha resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
    È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre
    e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore,
    per mezzo del quale abbiamo la redenzione,
    il perdono dei peccati.
    Egli è immagine del Dio invisibile,
    primogenito di tutta la creazione,
    perché in lui furono create tutte le cose
    nei cieli e sulla terra,
    quelle visibili e quelle invisibili:
    Troni, Dominazioni,
    Principati e Potenze.
    Tutte le cose sono state create
    per mezzo di lui e in vista di lui.
    Egli è prima di tutte le cose
    e tutte in lui sussistono.
    Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
    Egli è principio,
    primogenito di quelli che risorgono dai morti,
    perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
    È piaciuto infatti a Dio”
    che abiti in lui tutta la pienezza
    e che per mezzo di lui e in vista di lui
    siano riconciliate tutte le cose,
    avendo pacificato con il sangue della sua croce
    sia le cose che stanno sulla terra,
    sia quelle che stanno nei cieli.

 

 

 

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – C

BUONE NOTIZIE (!?)

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».  Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.  Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.  Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.  Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». 

Qualcuno potrebbe contestare: “la Parola Vangelo non significa BUONA NOTIZIA?”. A una lettura veloce non sembra esserci in quello di domenica. In realtà, C’É! Anzi, ci sono addirittura 7 buone notizie che ci possono aiutare ad affrontare quel bailamme di notizie sconcertanti che più che essere una prerogativa della letteratura apocalittica sono l’elenco delle news che vediamo quotidianamente al TG: distruzioni, guerre, rivoluzioni, popoli contro popoli, nazioni che fanno guerra, terremoti, carestie, pestilenze … niente di “originale”. Il problema è come “attraversare e vivere” queste situazioni, che non sono semplicemente la fine del mondo ma il segno che un mondo così non ci sta portando da nessuna parte.

Ecco allora cosa ci risponde il Vangelo, che è anzitutto possibilità di ricevere “Parola e Sapienza”: 1. Non lasciatevi ingannare (pieno il mondo di ingannatori seriali e virtuali!) 2. Non andate dietro a loro (noi Chi seguiamo per avere la vita?) 3. Non vi terrorizzate (difficile, ma il Nome di una speranza può ancora riscattarci) 4. Avrete occasione di dare testimonianza (quali gesti della nostra vita contestano FATTIVAMENTE la puzza delle morte che ci circonda?) 5. Nemmeno un capello del vostro capo vi sarà torto (ossia: “non temete chi provoca la morte fisica, ma chi uccide l’anima” e la voglia di vivere) 6. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita (quanto vivo consapevolmente questa certezza?).

Insomma, Martin Luther King diceva: “meglio morire da vivi, che vivere come dei morti”. Il Vangelo apre orizzonti di vita, sempre e comunque, a chi gli apre il cuore. E vale la pena, anche se, Gesù ce lo fa capire, il cammino non è sempre facile. Ma l’importante è la meta. Quando invito qualcuno a salire sul Monte Bianco non gli dico: “vieni a percorrere una faticosissima salita?”, ma “vuoi vedere un panorama stupendo?”. Da vivi. Anche quando tutto dice il contrario. Gesù É LA VITA. 

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO C

E SE DIO FACESSE DELLE COSE CHE NOI NON SIAMO CAPACI DI FARE?

DAL VANGELO SECONDO LUCA

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». 

A volte il Vangelo presenta delle storie assurde: la morte di 7 mariti, la mancanza di discendenza, un “caso teologico” che prescinde dal dramma raccontato per ridicolizzare Gesù e la promessa della Resurrezione. Senza Resurrezione, però “è vana la nostra fede in Cristo” ci ricorda Paolo. Tuttavia noi siamo come i Sadducei: non siamo mai risorti e non possiamo parlarne. Crederla è un atto di fede. Ma lo è anche la vita. E la resurrezione, guarda caso, è un atto di fede nel futuro e nella vita. E un atto di fede è sempre decisione di accordare a Qualcuno la possibilità di dire  una  da ricevere. In tal caso a Dio, nostro Creatore e Datore di vita. Per questo Gesù, per giustificare con la scrittura la sua risposta, cita il Padre come Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, come dire il nome di una presenza attivata da un’alleanza a prescindere dal tempo, che passa, e capace di rendere la realtà non una questione del passato ma una VICENDA DA VIVENTI. Cosa vuole dire per me RICEVERE VITA da Dio e dalla sua Parola già “qui e oggi”? Quanto la speranza che porta Gesù riempie il mio cuore e attiva le mie speranze? Il problema è pensare che se non facciamo le cose noi non ci sia Nessun altro in grado di realizzarle … poveretti !… 

SANTITÁ CONTEMPORANEA

ANNIVERSARI DI MATRIMONIO 2022 

14 coppie, 571 anni di vita condivisa, sicuramente non facile, sicuramente di applicazione del messaggio delle beatitudini … con tanta umiltà, lacrime, mitezza, gioia, felicità, prontezza di spirito, amore … tutte caratteristiche e prerogative di un cuore unificato nel Signore, con il quale, diversi decenni fa, ognuno di loro iniziava la propria “avventura a due”, anzi, “a tre”, con la forza di Dio.

AVANTI TUTTA!

SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI 

«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Sì,

Avanti tutta!

Perchè questo è il nome dei Santi:

I NON ARRESI!

Coloro che hanno saputo trovare l’IMMENSO e l’ONNIPOTENTE in un bicchiere d’acqua, in un abito condiviso, in una parola gentile, nel dono rinnovato di un amore più grande di ogni odio, in una mano tesa e un lenzuolo rimboccato a chi era malato, in una carezza piena di compassione e un paio di occhi che si incontravano con altri occhi bisognosi di essere riconosciuti ….

Coloro che  dicono: “ma quando mai?” e sentono la risposta del Capo, che dice: “ogni volta che lo avete fatto al più piccolo … ” .

Lì dove c’era unità, integrità, trasformazione, novità … questa è la santità!

E sono un popolo immenso, di ogni  lingua, popolazione, tribù, latitudine e longitudine, perchè Dio è ubiquo ed eterno, si trova a partire da ogni piccolo granello di polvere, in ogni cellula che accede al mondo della vita e alla vita del mondo.

E dice:Avanti anche voi, siete già entrati nel Regno di Dio perchè lo avete creato sulla Terra, ora avete in eredità anche quello del Cielo … “

Che la luce di Dio ci inondi! Ma tanto! 

Lo sguardo nuovo di Gesù: la festa di tutti i santi

 

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO C

ALBERI E SGUARDI

 Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là.
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «
Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Buona domenica a tutti accompagnati da Zaccheo. Zaccheo  rappresenta la nostra piccolezza  – non soltanto fisica -, la sensazione di inadeguatezza rispetto alle “altezze” alle quali la vita ci chiama costantemente e tante altre situazioni di distanza e inferiorità che riempiono le nostre menti di pensieri nefasti. Zaccheo ci racconta il nostro essere separati da Gesù “a causa della folla”, folla che ha mille volti: il rimando, l’oblio, la mancanza di cura della relazione con Lui, il rifiuto, la pigrizia, “tante cose da fare che vengono prima “, ecc. ecc.. Ma fin qui, tutto “nella norma”. Lo facciamo quasi tutti.  Zaccheo invece, e soprattutto, rappresenta il coraggio di dire: “non mi voglio fare bloccare e determinare dalle situazioni e dalle cose che capitano nella mia vita, voglio vedere Gesù, e lo farò a tutti i costi, anche di farmi ridicolizzare perchè innalzare lo sguardo per me necessita di scalare una pianta!  E a partire da questa decisione … tutto inizia a cambiare! Vorrei condividere allora, come spunto di riflessione e meditazione settimanale, tre espressioni molto interessanti che ci possono aiutare: 

  1. CERCAVA DI VEDERE GESÚ. Cosa significa per me questo desiderio? Io Gesù lo conosco e quanto tempo dedico per cercare di vederlo sempre più presente nella mia vita? Seguire il Maestro dipende da questa domanda. Senza il desiderio e la ricerca non si danno risultati nella vita, non soltanto nel cammino di fede. 
  2. DOVEVA PASSARE DI LÁ: io non penso che si tratti semplicemente “sotto l’albero”, ma di quel luogo che è il nostro desiderio, il nostro spazio di accoglienza e la nostra disponibilità a fare del Buon Annuncio sulle nostre vite del Figlio di Dio il riferimento determinante per allargare l’orizzonte dei pensieri, migliorare il nostro vivere e vivere nel mondo in modo sempre più autentico e rinnovato. 
  3. OGGI PER QUESTA CASA É VENUTA LA SALVEZZA: Ogni volta che la nostra disponibilità a fare incontrare le nostre parole con la Parola, a permettere al “cercar-mi” di Gesù di incontrare il mio “cercar-Lo”, capita il grande miracolo della salvezza.E capita ogni OGGI, in cui attraverso tutto il cuore, la forza, la mente, l’intelligenza e la forza Gli permetto di essere Salvezza per me e per il mondo attraverso di me.