VENERDI 27 MARZO …

GRANDE GRANDE GRANDE … 

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto.
Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

Un pensiero… 

Il Vangelo di Giovanni è sempre un po’ farraginoso e non immediato da capire. Eppure  quando si capisce è stupendo. Le cose vanno scavate, mai fermarsi all’evidenza! Rileggere il testo! 

Anzitutto alcune piccole strane parole: Gesù va a Gerusalemme non apertamente, quasi di nascosto, ma … parla liberamente. Insomma – ti viene da dire – vogliamo deciderci?

Di fronte al suo esporsi qualcuno dubita, sragiona chiedendosi come mai non lo facciano fuori, perchè dice delle cose strane, diverse, non congruenti alle attese religiose di quanti si dicono: “costui sappiamo di dov’è”.

Ha ragione Semeraro quando scrive: “Talora voler vedere (pensare di sapere, dico io) è un modo per non voler credere fino a diventare prigionieri delle apparenze o, più gravemente, del proprio modo di immaginare il mondo senza, in realtà, aprirsi a riconoscerne la verità e la bontà”.

Arrivo al punto: ci sono delle forze nella nostra vita, che a catechismo venivano chiamate fede, speranza e carità e che “più laicamente” potremmo definire legame, desiderio  e amore, che NON VEDONO. Non sono per niente evidenti, non si possono misurare con il righello, oltrepassano infinitamente le nostre constatazioni e rendiconti, ma, uniche, CI FANNO VIVERE. 

Lo dico – concedendo il copyright del pensiero a mia sorella – con le parole di una canzone. 

L’altro ieri era il compleanno di Mina: 80 anni. Chi non la conosce? Una sua canzone si intitola GRANDE, GRANDE, GRANDE (per favore andate a sentirla, è stupenda). Dice le stesse cose di cui vorremmo parlare. 

  1. Lei si lamenta di lui e dei suoi difetti:  Con te dovrò combattere, Non ti si può pigliare come sei. I tuoi difetti son talmente tanti Che nemmeno tu li sai. Sei peggio di un bambino capriccioso, La vuoi sempre vinta tu. Sei l’uomo più egoista e prepotente Che abbia conosciuto mai”.  Un’evidenza tutt’altro che promettente. Ma chi, sano di mente vorrebbe mettersi insieme a una schifezza umana del genere? Un calcio nel sedere potrebbe essere l’unica soluzione. Eppure, continua lei: “Ma c’è di buono che al momento giusto Tu sai diventare un altro. In un attimo tu Sei grande grande grande, le mie pene Non me le ricordo più”. Sì, solo chi ama e si ama può vedere e dire queste cose. Solo chi spera oltre può continuare a vedere ciò già che ora non vede. Solo chi crede in qualcuno può accorgersene. 
  2. Ci sono le amiche di lei, invece, che vivono una vita ineccepibile, meravigliosamente oleata nelle prospettive e nei programmi: “Io vedo tutte quante le mie amiche: Son tranquille più di me. Non devono discutere ogni cosa. Come tu fai fare a me. Ricevono regali e rose rosse. Per il loro compleanno. Dicon sempre di si, Non hanno mai problemi, son convinte Che la vita è tutta lì.”. Hanno solo un difetto: sono sole nelle loro certezze meravigliosamente paralizzanti e mortifere, infatti lei se lo dice con convinzione: “E invece no, invece no La vita è quella che tu dai a me. In guerra tutti i giorni, Sono viva, sono come piace a te”. Il museo delle cere è pieno di persone perfette, peccato che siano di cera! 
  3. In guerra tutti i giorni, ma VIVA! Perché scorre amore, vita, speranza … perchè scorre una forza che non vede, ma scommette e vive. Perché nella vita bisogna continuamente mettersi in gioco, e contrariamente a quanto pensiamo, non è vero che “si vince o si perde”, ma “SI GIOCA O SI PERDE”! (provate a pensarci, è una cosa che mi ha fatto molto riflettere). Quando lo capiremo, quando avremo CREDUTO che questa forza, questa convinzione, questa inevidenza degli occhi ma certezza del cuore si può realizzare, anche noi, potremo dire, al nostro amore: SEI GRANDE, GRANDE, GRANDE, COME TE, SEI GRANDE SOLAMENTE TU!” 

CREDERE PER VEDERE! Perché questa è l’ORA! 

Avanti! 

Per riflettere…

  • Mi permetto di imparare ancora qualcosa dalla vita? 
  • Sono troppo paralizzato dalle mie certezze?