LA VEDOVA INSISTENTE
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Leggo queste parole di Gesù sulla necessità di PREGARE SEMPRE, SENZA STANCARSI MAI.
Le leggo e mi fermo dicendomi: “com’è possibile?”. Ma a cosa serve? Come si fa a pregare sempre?
Ieri ho avuto la risposta: con un gruppo di famiglie siamo stati a Saluzzo nella comunità di Suor Elvira, un luogo dove persone non più soddisfatte del loro “tutto” che a volte coincide con il loro “nulla” e il loro vuoto decidono di andare per recuperare loro stessi.
Giovani vittime di dipendenze, che non si chiamano solo cocaina, eroina o crack, ma anche pornodipendenza, cellulare, ludopatia e mille altre, tante delle quali ammalano anche noi cosiddetti “normali” … e come guariscono? Loro l’hanno chiamata CRISTOTERAPIA.
Noi uomini pragmatici e sicuri di noi stessi chiaramente non ci crediamo così tanto, eppure io l’ho visto, l’abbiamo constatato, si può guarire cercando di portare le proprie ferite e i propri carichi a Gesù tutti i giorni … ti trasforma.
Dalle 6 del mattino alle 22 della sera senza sedersi, ma trovando tempo per recitare tre rosari e fare tre ore di adorazione ogni giorno. E vi assicuro, si lavora anche più di otto ore al giorno, si mangia, si fanno le cose che fanno le persone per vivere, ma quel contatto … trasforma, cambia. Ah, magari selezionando e facendo a meno di tante altre cose inutili.
E tutto grazie a una donna che ci ha creduto, fino in fondo, suor Elvira. Una donna che ha realizzato quanto Gesù domenica scorsa diceva al decimo lebbroso: “alzati, viaggia, la tua fede ti ha salvato”.
Scriveva Madre Elvira:
“Mi sono innamorata dell’Amore, non delle cose che faccio, e nell’amore ho incontrato la vita. L’amore non è un ideale da sognare nei pensieri, nel “vorrei, farei, andrei”, ma è frutto di un “voglio, faccio, vado”. É schiena che si piega, piedi che camminano, mani tese, labbra che sorridono, vita che si consuma nel dono di sé”.
Ma per farlo … ci va tanta forza di Dio. Tanto Signore dentro di noi. Che non toglie nulla, dà tutto! E allora ti guardi attorno e vedi tanta cura, tanto amore in ogni cosa, abbracci per i più fragili, orti curati, cibo da condividere, tanti miracoli, tanti, ve lo assicuro. E allora la parabola è proprio un racconto sulla resistenza del nostro crederci, che ogni giorno può veramente fare dei miracoli assoluti.
Ma … il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?
👉 Oggi provo a risponderMI.

