VENERDI DELL’OTTAVA DI PASQUA, 17 APRILE …

AVETE DA  MANGIARE? 

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli
non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.
Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Cosa mi dice il Vangelo, oggi?

Tante cose!

  1. IN QUEL TEMPO

Inizia così il racconto di Giovanni, e inizia così anche l’incontro di Gesù con noi: IN UN TEMPO, il nostro, nelle COSE che facciamo ogni giorno. Proprio lì il Risorto ci vuole parlare, e vi assicuro che lo fa se NOI cerchiamo  in Lui l’orientamento per diventare sempre più noi stessi. Se Gesù non ci parla nel tempo della nostra vita, dell’esercizio delle nostre facoltà, capacità, desideri e relazioni, dove potrebbe dirci qualcosa? 

Solo così si capisce l’antifona che si legge al Vangelo per tutta la settimana dell’Ottava di Pasqua: “Questo è il giorno fatto dal Signore:  rallegriamoci ed esultiamo”. 

Ogni giorno che viviamo in alleanza con  Gesù, maestro e salvatore nel nostro tempo, diventa giorno “fatto dal Signore”. Diventa QUESTO giorno.

Ogni OGGI. 

2. NON SI ERANO ACCORTI CHE ERA GESÚ

E conclude, la pagina del Vangelo:  Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti”.

Ieri un mio amico mi scriveva di avere un po’ di “invidia” per i discepoli, che con Gesù ci erano stati. L’evangelista Giovanni, oggi, gli/ci risponde che per vedere Gesù, invece, non è sufficiente guardarlo per conoscerlo, perchè era LA TERZA VOLTA che lo vedevano senza accorgersene! 

Insomma, Gesù non va conosciuto (visto) con gli occhi, ma va ri-conosciuto (ossia conosciuto in modo nuovo) attraverso l’ascolto. 

Ma se, come diciamo sempre, il nostro stare con Gesù si compie sempre nel nome dell’Alleanza, io imparerò ad ascoltare Gesù dopo avere ascoltato sinceramente me stesso. Dopo che lo spazio  per la risposta che mi attendo da Lui diventa spazio di domanda e di accoglienza. 

Ci siamo mai chiesti: noi da Gesù CHE COSA VORREMMO SENTIRE? 

3. DIRE, RISPONDERE,  FARE

Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci”.

Dunque il ri-conoscimento di Gesù avviene attraverso le orecchie e la memoria (del cuore). 

Domande, risposte, azioni. 

Anche oggi Gesù mi dice qualcosa, proprio nello stesso modo.

La Parola di Gesù incontra la mia situazione “di necessità” (perché la forma fondamentale della vita è la necessità  di un Salvatore che dia senso alla sua insensatezza mortale): “non avevano pescato niente per tutta la notte” , “non avevano qualcosa da mangiare” ci dice il Vangelo… e qui ognuno di noi  può mettere ciò che  gli “manca” per nutrirsi.

Su  quel bisogno la Parola apre un futuro: “gettate le reti dall’altra parte!”

Perché forse l’unica possibilità per alzarsi è ri-alzarsi. 

Perché a volte si arriva così in basso che la crisi mi/ci fa dire: “o cambi posizione o  rischi di morire lì!” 

Pensiamo solo a questi giorni di  universale crisi pandemica: come ci ri-alzeremo? Come continueremo a stare in piedi? 

Universalità molto particolare, la cui risposta parte da ognuno di noi. 

Pensiamo a certi discorsi che facciamo:  ci sta “a cuore” la pace, ma poi abbiamo la pace “nel” cuore”? Se no, perché? 

L’unica certezza che abbiamo è che Gesù CI INVITA SEMPRE A MANGIARE, e si offre come CIBO per  i nostri cammini di persone che soffrono e desiderano trasformarsi.  

Bella  la conclusione: “nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore”

Non c’è più bisogno di fare tanti discorsi su Dio e su Gesù, perché è diventato Dio e Gesù della mia consapevolezza e della mia coscienza. 

E  perché, veramente, Dio lo  conosci solo a patto di ri-conoscerlo come TUO Signore. 

Mi sa che  non ci sono altre strade.