8 APRILE, MERCOLEDI SANTO …

FIDARSI

Dal Libro del Profeta Isaia

“Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.   Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro”. 

Un pensiero:

PORTE

Buongiorno a tutti! 

Se domenica abbiamo varcato il portone della Settimana Santa, oggi varchiamo un’altra porta, quella che ci fa accedere definitivamente al senso della vita di Gesù –  che celebreremo da domani nel Triduo Pasquale – e, di conseguenza anche della nostra, perché Dio ci ha “pensati” come suo Figlio. 

Facciamo un altro passo.

La vita è in cammino. 

ORECCHIE 

Colpiscono le parole di Isaia, che delinea il profilo del vero discepolo: uno che parla, dopo avere ascoltato. Uno che indirizza “una parola allo sfiduciato”, perché lui, per primo, l’ha ascoltata e accolta nella sua vita ritrovando quella fiducia che rimette in piedi. 

Qualcuno dice che se il Creatore ci ha fatti con due orecchie e una bocca è perché dobbiamo ascoltare il doppio di quello che parliamo.  

Anche il Servo di Dio di Isaia: parla  e ascolta come i discepoli. 

Se parlare è l’azione tipica dell’apostolo che annuncia, ascoltare è l’azione tipica del discepolo che impara. Ma che ha ascoltato tanto. Che ha fatto tanto silenzio prima di andare ad annunciare.  Di colui che sa che la sua missione diventa efficace solo perché NON SI TIRA INDIETRO E NON OPPONE RESISTENZA davanti alla Parola della Vita, la Parola della RINUNCIA PER TROVARE.  

E allora comincio a chiedermi quanto sono abitato dalla presenza della Parola di Dio. Comincio a vedere che quando chiede la mia disponibilità mi fa irrigidire (opporre resistenza). Comincio a pensare che la Chiesa è piena di apostoli che, per primo, come me, fanno tante cose, dicono tante parole, ma ACCOLGONO BEN POCA PAROLA. E ci si lamenta che le cose non vanno. Ma, noi cristiani, quanto diventiamo le parole della Parola? Quanto siamo voce dell’Annuncio e non semplicemente di noi stessi? 

Eppure, fino alla fine, in ogni occasione, il Signore “non si tirerà indietro” ma continuerà a parlare a tutti i cuori che vorranno aprirsi e accogliere la sua presenza. 

La storia della sua PASSIONE PER NOI non ci abbandonerà mai, perché Gesù è più tenace dei nostri  abbandoni, ci sarà sempre a tendere la Sua mano verso di noi. 

Da parte nostra, almeno un piccolo, semplice gesto da sperimentare con attenzione lungo la giornata: aprirsi, accogliere. 

I piccoli semi possono diventare grandi alberi. 

Parola di Gesù! 

Per riflettere: 

  • Cosa significa per me “ascoltare come discepolo”? 
  • Mi sento “in relazione” con la Parola che è Gesù?